Capitale cultura, Brescia e Bergamo unite da 80mila sciarpe

(ANSA) - ROMA, 04 GIU - Brescia e Bergamo unite per la Capitale della cultura e legate da 80mila strisce in tessuto che hanno collegato i due territori. Sul ponte di Paratico che collega Brescia e Bergamo è scattata la catena umana alla presenza di 23 sindaci. "Hanno risposto in tanti anche se purtroppo la pioggia non ha sicuramente aiutato. Il successo di questa manifestazione sta già nelle ottantamila strisce realizzate da Vivi Vittoria con la scopo di raccogliere fondi da destinare a chi ancora oggi porta i segni della pandemia", ha commentato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. "È stata una grande emozione. Brescia e Bergamo hanno lavorato molto per l'anno della Capitale. Questa giornata testimonia ancora la volontà e la forza delle nostre comunità per uscire dalla crisi del covid. Questo abbraccio corale, anche fisico, ci dice che grazie alla solidarietà ce l'abbiamo fatta", ha aggiunto il sindaco di Brescia Laura Castelletti. (ANSA).



Gallerie

Lo sguardo di Pamuk sui musei delle meraviglie

(ANSA) - ROMA, 08 GIU - Fmr si prepara a festeggiare il solstizio d'estate con la sesta edizione della nuova collana riedita da poco più di un anno, come da desiderio, prima della sua morte, di Franco Maria Ricci. E per festeggiare, grazie all'ospitalità dell'Accademia Nazionale dei Lincei, "la rivista più bella del mondo" ha scelto Villa Farnesina per celebrare "i colori dell'antico" e ricevere un ospite d'eccezione, il premio Nobel Orhan Pamuk, l'autore della rubrica "Il signor PA va al museo". Mr Pa torna infatti sulle pagine della rivista "delle meraviglie" con una nuova esplorazione tra i capolavori ospitati dal Metropolitan Museum di New York: l'occhio dello scrittore, e del suo alter ego ispirato dalla stessa prospettiva del Palomar, a sua volta alter ego di Calvino, cade questa volta sul Ragazzo Rosso, di Goya. L'attenzione al dettaglio per decifrare il tutto, la passione per il colore, l'analisi quasi psicologica del soggetto, sono ancora una volta le coordinate che il Signor Pa regalerà al lettore per accompagnarlo alla scoperta dell'opera. "Sono uno scrittore visuale" dice di sé Pamuk raccontando di essere nato in una famiglia di ingegneri civili, professione a cui lui stesso sembrava essere destinato, se quella sua "passione per il colore" non l'avesse invece convinto a tentare la strada dell'architettura prima di cedere alla vera passione, quella della scrittura. "Ho ucciso il pittore che era in me per la scrittura" ma quella passione, dice, gli è rimasta dentro sia nella sua inclinazione a "visualizzare le immagini per tradurle in scrittura", sia nel grande amore per i musei. La stessa del signor Pa, che guarda caso riporta la stessa sillaba iniziale di Giovanni PAolo PAnini, il pittore, e architetto, autore delle "vedute", dipinti di gallerie di quadri che a loro volta contengono viste di Roma. Panini era stato il soggetto del primo articolo di (Mr) PAmuk su Fmr ma anche, racconta lo scrittore, la scintilla che ha fatto schioccare la felice collaborazione con la rivista, complice un suo "poster" del pittore settecentesco e una collezione di finti Fmr scopiazzati da un editore di Istanbul. "Mi piacevano i dipinti di Panini perché parlano di musei e gallerie. E io voglio parlare dei musei, delle persone che vanno ai musei, dell'esperienza che provoca l'essere in un museo" dice l'autore del Museo dell'innocenza. "Cosa ci accade quando andiamo in un museo? E soprattutto, perché ci andiamo?" : è l'interrogativo del Signor Pa con cui Pamuk condivide anche l'attenzione per il dettaglio: "spesso i suoi occhi non si focalizzano sulla scena centrale del dipinto ma nei dettagli minori, nei colori, o in quel particolare che ti fa riaffiorare immagini che sono nella tua memoria. Sono questi gli argomenti che mi interessano e che condivido con Mr Pa: sono fortunato ad averlo incontrato e per questo ho deciso di continuare a scrivere le sue avventure. E di scriverne molte altre...." (ANSA).

Fiorello, auguri in diretta a Baudo per il compleanno

(ANSA) - ROMA, 07 GIU - Pippo Baudo compie 87 anni e Fiorello lo festeggia con tutto il cast a Viva Rai2!, con una telefonata in diretta e un 'Tanti auguri!' cantato in coro. "Che effetto ti fa guardare la televisione e vedere che in ogni cosa oggi c'è sempre un pezzetto di Pippo Baudo?", gli chiede Fiorello. "Ma non lo so.. non sono così presuntuoso", si schermisce Pippo. "Ma no! Te lo dico io Pippo, è così. Hai seminato benissimo. Hai tracciato la strada e noi la stiamo seguendo tutti quanti, tutti. Chi fa questo mestiere oggi segue la strada tracciata dal grande Pippo", replica Fiore. "Sono il maestro", ride Baudo. Sull'onda dei ricordi, lo showman cita Sanremo 1995, quando partecipò al festival come concorrente con Finalmente tu: "Ti ricordi cosa mi dicesti, Pippo? 'Fiorello! Sei entrato Papa e sei uscito cardinale!", e così fu, perché non vinse. E poi l'inevitabile riferimento ad Amadeus: "Amadeus è bravo, è simpatico, è anche siciliano e si vede. Lo dico anche con un po' di rammarico", ironizza Baudo. E Fiorello: "Eh Pippo, ormai ci siamo: Amadeus fa cinque festival di fila, ormai ti raggiunge!". Baudo replica pronto: "Ma io ne ho fatti tredici! Campa cavallo! Tredici sono tanti!". In chiusura, Fiore rinnova l'invito a Baudo: "Senti Pippo, noi ti facciamo ancora tanti auguri! Ti vogliamo bene e sappi che noi ti aspettiamo sempre. Noi ora finiamo, ma l'anno prossimo, chi lo sa cosa potrà succedere, ma se dovesse esserci un'altra edizione, promettimi che verrai alla prima puntata". E Baudo: "Allora, io te lo prometto, anzi, te lo garantisco anche, sono sicuro che la prossima edizione ci sarà perché tu la farai". La chiosa di Fiore: "Ti abbracciamo fortissimo e ti diciamo una cosa che dici sempre tu. "Evviva Pippo Baudo!!". (ANSA).

Vasco, 'finalmente Bologna, non scontato profeta in patria'

(ANSA) - BOLOGNA, 06 GIU - Vissuta la 'data zero' del suo nuovo tour a Rimini, lo scorso venerdì, "finalmente Bologna. Con 4 concerti 4 allo stadio Dall'Ara. Non scontato profeta in patria". Lo scrive, sul suo profilo Facebook Vasco Rossi che suonerà sotto le Due Torri stasera e domani sera e poi l'11 e il 12 giugno. "Dopo aver fatto tanti concerti tutti intorno, Modena Park, Imola... finalmente quest'anno parte da qui il mio tour. Per me è un omaggio a questa città che mi ha adottato dall'età di 15 anni, ci sono cresciuto, ci ho fatto l'università, e mi sono formato culturalmente nei miei formidabili anni '70" dice. Qui, prosegue il rocker di Zocca, "ho fatto teatro sperimentale, ho scoperto Ionesco, la letteratura americana, Ginsberg, Kerouac, il progressive rock e il grande sogno anarchico di Bakunin. Sempre da qui - prosegue - ho cominciato ad amare l'arte di scrivere canzoni e sono partito per questa straordinaria incredibile ed inimmaginabile avventura artistica e musicale E poi - conclude riferendosi alle prossime date del tour 2023 - andiamo verso sud, Roma, Palermo (da cui manco da tanto tempo) e Salerno: tutti doppi stadi. Quest'anno ho saltato San Siro perché era già occupato da troppe Superstar". (ANSA).

Alberto Angela, 'venire a Napoli è come entrare in un sogno'

(ANSA) - ROMA, 05 GIU - "Venire a Napoli è come entrare in un sogno. Io non sono napoletano, ma mi sento a casa". Lo ha detto Alberto Angela dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in geologia e geologia applicata all'Università Federico II di Napoli. Angela, già cittadino onorario di Napoli e che ha realizzato diversi documentari di successo sulla città, ha sottolineato che "Napoli è una famiglia che nel tempo ha accolto persone molto diverse. La storia di Napoli è fatta da tante storie negli ultimi millenni. Questa città ha la grande capacità di abbracciarti e di non farti sentire straniero. Questo è quello che potrei dire a chi me lo chiede della mia esperienza di Napoli, è stata una grande scoperta, però soprattutto mi sento a casa ogni volta che vengo qua ed è una sensazione straordinaria". (ANSA).

Elio e le Storie Tese tornano in tour, da ottobre nei teatri

(ANSA) - ROMA, 05 GIU - Elio e le Storie Tese annunciano a modo loro l'atteso ritorno in tour. "Sfiniti dal dover rispondere quotidianamente ad almeno 20 persone a testa che chiedono 'Quando tornate insieme?' e 'Ma non vi eravate sciolti?' (per non parlare del tasso) - spiegano - Elio e le Storie Tese risolvono il problema tornando nei teatri da ottobre". Saranno diretti dal regista Giorgio Gallione, con lo spettacolo "Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo". Queste le date del tour: 5 e 6 ottobre a Genova - Teatro Politeama; 7 ottobre a Sanremo (Imperia) - Teatro Ariston; 10 e 11 ottobre a Ravenna - Teatro Alighieri; 12 e 13 ottobre a Roma - Teatro Brancaccio; 20 ottobre a Ancona - Teatro Le Muse; 21 ottobre a Pescara - Teatro Massimo; 27 ottobre a Trento - Auditorium Santa Chiara; 31 ottobre e 1 novembre a Napoli - Teatro Bellini; 4 novembre a Cremona - Teatro Ponchielli 8 novembre a Messina - Teatro Vittorio Emanuele; 9 novembre a Catania - Teatro Metropolitan; 10 novembre a Catanzaro - Teatro Politeama; 14 e 15 novembre a Bologna - Teatro Duse; 16 e 17 novembre a Milano - Teatro degli Arcimboldi; 19 novembre a Mantova - Pala Unical; 20 novembre a Trieste - Politeama Rossetti; 21 novembre a Udine - Teatro Nuovo Giovanni da Udine; 22 novembre a Padova - Gran Teatro Geox; 25 novembre a Cascina (Pisa) - Città del Teatro; 28 e 29 novembre a Torino - Teatro Colosseo; 1 dicembre a Piacenza - Teatro Politeama; 2 dicembre a Firenze - Tuscany Hall; 9 dicembre a Varese - Teatro di Varese; 15 dicembre a Brescia - Gran Teatro Morato; 18 dicembre a Cagliari - Teatro Massimo; 19 dicembre a Sassari - Teatro Comunale; 21 dicembre a Reggio Emilia - Teatro Valli. Intanto sono esauriti i biglietti per Il ritorno del Concertozzo, il 2 luglio in piazza Martiri a Carpi (Modena) organizzato da Elio e le Storie Tese, Trio Medusa e Cesvi. La line-up è composta da alcuni dei migliori "artisti emergenti" selezionati da Elio e le Storie Tese per aprire il loro concerto: lo youtuber Fabio Celenza, la band Viadellironia e Pepp1. Questi ultimi si esibiranno anche il 1 luglio al Concertozzino, nel Piazzale Re Astolfo a Carpi (ingresso libero) con altri artisti. (ANSA).

Capitale cultura, Brescia e Bergamo unite da 80mila sciarpe

(ANSA) - ROMA, 04 GIU - Brescia e Bergamo unite per la Capitale della cultura e legate da 80mila strisce in tessuto che hanno collegato i due territori. Sul ponte di Paratico che collega Brescia e Bergamo è scattata la catena umana alla presenza di 23 sindaci. "Hanno risposto in tanti anche se purtroppo la pioggia non ha sicuramente aiutato. Il successo di questa manifestazione sta già nelle ottantamila strisce realizzate da Vivi Vittoria con la scopo di raccogliere fondi da destinare a chi ancora oggi porta i segni della pandemia", ha commentato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. "È stata una grande emozione. Brescia e Bergamo hanno lavorato molto per l'anno della Capitale. Questa giornata testimonia ancora la volontà e la forza delle nostre comunità per uscire dalla crisi del covid. Questo abbraccio corale, anche fisico, ci dice che grazie alla solidarietà ce l'abbiamo fatta", ha aggiunto il sindaco di Brescia Laura Castelletti. (ANSA).

Bozzetto,Piero Angela manca tanto ha indicato strade a tutti

(ANSA) - ROMA, 03 GIU - "Piero Angela mi manca davvero tanto". Gli occhi si fanno lucidi e pensosi e si capisce che non sono frasi di circostanza quelle che dice Bruno Bozzetto davanti alla platea di Cartoons on The Bay a Pescara. "Era una persona davvero meravigliosa, non ci rendiamo ancora bene conto di quante e quali porte ha aperto, quali strade ha indicato. La nostra collaborazione è cominciata perché quando leggevo i suoi libri, io vedevo dei film, dei veri film nella mia mente. Allora gliel'ho scritto. Lui mi conosceva e quando gli hanno dato Quark mi ha chiamato. Abbiamo fatto una prova e sono nate le famose pillole. Dieci anni di collaborazione, senza mai una discussione. Davvero il lavoro più bello della mia vita. Ancora la gente mi ferma e mi dice che grazie a Quark ha capito tante cose oppure ha scelto di fare il chimico o lo scienziato o qualche altra cosa. Un po' mi sento partecipe anche io... La spiegazione era sua, io ci ho messo il sorriso". Bozzetto dice anche che la sua passione sono i libri. "Leggo molto - dice - ma dimentico tutto. Leggere è un modo importatntissimo per uscire dal proprio mondo e conoscere mondi diversi. Vedo tanti lungometraggi (Woody Allen, i fratelli Cohen, Stanley Kubrick i miei preferiti). Adoro le ficition di Montalbano ma ho letto tutti i libri di Camilleri, anche quelli senza il commissario". Ma soprattutto è convinto che ogni cosa può fare da stimolo. "Consiglio sempre - dice - di copiare ogni volta tutto , anche quello che non vi piace. Anche una cosa che odiate vi lascia qualcosa, anche la cosa stupida può influenzarti". (ANSA).

Usa: l'attore Danny Masterson colpevole di stupro

(ANSA) - WASHINGTON, 01 GIU - L'attore americano Danny Masterson, star della serie tv 'That '70s show', è stato ritenuto colpevole da una giuria di Los Angeles di due su tre capi di imputazione per stupro. Ora rischia sino a 30 anni di prigione. Ad accusarlo tre donne, tutte ex aderenti alla Chiesa di Scientology, di cui Masterson era un esponente in vista: circostanza che, secondo l'accusa, l'avrebbe aiutato ad evitare ogni forma di responsabilità. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti nella sua casa a Hollywood tra il 2001 e il 2003. Una precedente giuria non era stata in grado di raggiungere il verdetto nel dicembre del 2022, ma i procuratori hanno insistito con nuove prove, che hanno portato a un secondo processo. (ANSA).

Distacco pezzi di pietra dentro la Cupola del Brunelleschi

(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Un distacco di pezzi di pietra si è verificato all'interno della Cupola del Brunelleschi venerdì sera scorso, quando l'ultimo gruppo di turisti era uscito. Nessun è rimasto ferito tra gli addetti del celebre monumento. E' quanto riportano oggi Repubblica e Tirreno, richiamando alla memoria quanto accaduto il 19 ottobre 2017 nella basilica di Santa Croce: un turista morì, colpito da un frammento di pietra distaccatosi da un capitello. Secondo una prima ricostruzione, riferiscono i giornali, il danno ha interessato uno degli oblò che sovrastano la scala che porta alla cima della Cupola, nel tratto più ripido e basso: due i pezzi di pietra che sarebbero caduti. Testimoni dell'accaduto due addette alla sorveglianza, dipendenti della Rear che detiene l'appalto del servizio. Sul posto è intervenuta la squadra tecnica dell'Opera di Santa Maria del Fiore. "Le prime verifiche, effettuate nell'immediatezza dell'accaduto, non hanno evidenziato rischi per il monumento - ha dichiarato il direttore generale Lorenzo Luchetti -. E anche le ulteriori verifiche tecniche con personale interno dell'Opera, effettuate la mattina successiva, hanno permesso di escludere la possibilità di ulteriori distacchi. Per questo è stato possibile riaprire il monumento in totale assenza di rischi". L'accesso alla Cupola, sabato mattina, è rimasto interdetto fino alle 10, per poi riprendere normalmente. Preoccupati i sindacati. "Non siamo certi che ci siano le condizioni di sicurezza minime almeno fino a che l'Opera non ci permette di prendere visione della relazione redatta dopo il sopralluogo e l'intervento. Abbiamo chiesto l'accesso alle informazioni ma ci è stato negato" dichiara Beppe Martelli di Filcams-Cgil. Oggi, al termine di un confronto, le rappresentanze decideranno se indire o meno lo stato di agitazione e "se sarà necessario anche uno sciopero" afferma Martelli. (ANSA).

E' morto Paolo Portoghesi

(ANSA) - ROMA, 30 MAG - E' morto questa mattina nella sua casa di Calcata vicino Roma dove viveva da molti anni l'architetto Paolo Portoghesi, 92 anni. Lo conferma all'ANSA l'architetto Luca Ribichini professore della Sapienza. Lucido fino alla fine stava scrivendo un libro sulla bellezza. Docente universitario, progettista di fama, teorico, Portoghesi è stato il principale esponente in Italia del Postmodernismo. Tra i suoi tantissimi lavori, la moschea di Roma, Casa Papanice, sempre nella capitale, e la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno. In tanti anni di carriera con una personalità poliedrica e impegni che hanno spaziato dal lavoro storico-critico alla progettazione, dall'insegnamento universitario alle cariche istituzionali (nel 1979 direttore architettura della Biennale di Venezia della quale poi è stato presidente dal 1983 al 1993), Portoghesi ha visto realizzati moltissimi dei suoi progetti, disegnando e costruendo di tutto in Italia e all'estero. L'elenco è lungo, dalla Casa Baldi del 1959 alla moschea di Roma, forse la sua opera piu' nota, passando per i complessi residenziali dell'Enel di Tarquinia, l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila, il teatro di Catanzaro. Suo anche il restauro della piazza del Teatro alla Scala di Milano, mentre fra i lavori per l'estero ci sono residenze (Berlino), giardini (Montpellier), alberghi, fast food (Mosca), la moschea di Strasburgo. ''Dovendo scegliere tre che mi rappresentano, indicherei la chiesa della Sacra famiglia a Salerno (1974), la piccola chiesa di San Cornelio e Cipriano a Calcata (2009) e la moschea di Roma (1995)'', spiegò lui anni fa in un'intervista all'ANSA. "Ma non solo, perché i progetti sono un po' tutti figli, ogni tanto li vado a trovare''. Da molti anni, insieme alla moglie Giovanna Massobrio, anche lei architetto, viveva nel borgo medievale di Calcata, alle porte della capitale in una grande e bella casa immersa in un giardino maestoso pieno di animali e abbellito da piante secolari dove aveva trovato posto anche la sua biblioteca e dove ha ospitato spesso anche i gli studenti di geoarchitettura, il corso che ha tenuto per anni alla Sapienza. Nel 2016 ha donato il suo archivio al Maxxi. L'ultimo lavoro realizzato è del 2019, la concattedrale di Lamezia Terme, un'opera che appare un po' la summa di tutte le sue riflessioni sul sacro, con gli svettanti campanili in acciaio corten che citano la Sagrada Famiglia di Gaudì e la facciata che quasi sembra abbracciare i fedeli invitandoli a entrare. Amareggiato per le condizioni di degrado di Casa Papanice, Portoghesi era in queste settimane al lavoro su un Manifesto per la conservazione delle opere architettoniche contemporanee. "Resta un tabù", spiegava, sottolineando battagliero le responsabilità dei politici ma anche degli stessi architetti: "Casa Papanice era un ritorno alla natura e alla bellezza, voleva differenziarsi in modo netto dalle architetture che la circondavano. Voleva essere una profezia della città nuova. Ecco, questa è l'innovazione che, forse, è la cosa che meno è stata compresa". (ANSA).









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