La festa di Bioenergia «Vaia? Una sfida etica»
I 20 anni dell’azienda. Un talk show per riflettere sul futuro del comparto dopo il disastro In valle è corsa contro il tempo. Il governatore Fugatti: «Ma adesso serve una nuova cultura»
Cavalese. Solo un caso. O forse no. Un’ idea bella e attenta al territorio: Bioenergia Fiemme, compie 20 anni. E festeggia: lo ha fatto in questi due giorni a Cavalese, tra la sua gente, molti sono soci di questa realtà. Ma questa scadenza accade a pochi mesi da Vaia, in una zona particolarmente colpita, dove la grande ricchezza locale, il legno, ha subito un duro affronto. Occasione unica dunque per riflettere, oltre che festeggiare. Lo hanno fatto alcuni protagonisti, non solo della valle di Fiemme, in un talk show condotto nel pavillon della festa dal direttore del Trentino, Paolo Mantovan che ha ragionato con gli ospiti su quanto è stato fatto ma anche sul come rendere contagiosa questa esperienza.
Il presidente di Bionergia Mario Giacomozzi ha sintetizzato l’idea vincente dell’azienda: un solo grande camino che ad oggi riesce a riscaldare il 90 per cento dell’abitato di Cavalese. Ma lo scario della Magnifica comunita’ Giacomo Boninsegna, oltre a ricordare l’apporto fondamentale del legname all’idea di teleriscaldamento, ha ricordato gli effetti di Vaia: «Una produzione di scarto di legno pressochè raddoppiata ma attenzione, per il recupero del bosco non c’è un limite infinito. Il problema è legato ad un eccesso di produzione di cippato. La parte meno pregiata, quella più inquinante che Bioenergia non può utilizzare completamente. E’ una corsa contro il tempo». Il sindaco Silvano Velponer ha ammesso: «Nemmeno il nostro Comune per l’ambiente ha fatto tanto in questo settore come Bioenergia. Quella che stiamo vivendo è una vera e propria sfida etica». Il presidente del Consiglio delle Autonomie Paride Gianmoena ha notato: «Qui c’è una grande capacità di programmazione, si è voluto investire sull’energia green, quando pochi a questo livello ci credevano».
Mantovan ha chiesto al governatore Fugatti un parere sull’azienda di Cavalese ma soprattutto quale sia lo status quo di Vaia ad otto mesi dal suo accadimento: «Bioenergia è un esempio, si è mossa con grande lungimiranza. Da Vaia ho capito che ogni amministratore, ogni sindaco, ora ha una nuova percezione del maltempo e del territorio. A Trento, nel fondovalle, non ci si rende conto di quello che è successo. E bene fa il vostro quotidiano a raccontarlo. Il clima è cambiato, ogni temporale ora sembra avere un impatto diverso rispetto al passato. Serve una nuova cultura ed un diverso atteggiamento».
Chiuso il talk show nel boschetto attiguo allo stabilimento la parola è passata alla produzione di distillati, di mieli, di formaggi della valle di Fiemme. La festa di tutta una comunità. G.T.