Il Muse parte, il Buonconsiglio risponde
Nel nuovo museo i dinosauri, al castello la mostra sugli “animali fantastici”. Marzatico: «Speriamo nell’effetto traino»
TRENTO. Il conto alla rovescia per l'inaugurazione del Muse, il Museo di scienze targato Piano, è iniziato. Alla fine di questa settimana, il 27 luglio, aprirà i battenti la struttura di vetro e acciaio da 12 mila metri quadrati e la macchina pubblicitaria è più che mai in funzione, con paginate sui quotidiani nazionali, da Repubblica al Sole 24 Ore. E gli altri soggetti culturali? Come si stanno riposizionando con il Muse che sta oscurando la scena a tutti. Lo chiediamo al direttore del Castello del Buonconsiglio, Franco Marzatico, uomo del record di visitatori fino ad oggi (nel 2012 furono 257 mila contro i 140 mila del Mart), ora alle prese con la prospettiva del Muse che farà la parte del leone.
Come vi state attrezzando rispetto al ciclone Muse?
Prima di tutto va detto che l’apertura di un nuovo museo è sempre una buona notizia e va presa con entusiasmo. Se il territorio offre più possibilità di qualità, è tutto il sistema culturale a guadagnarci.
Ma per essere un po’ meno diplomatici, mentre il Muse apre con grande battage pubblicitario, il Castello del Buonconsiglio è chiuso e la vostra principale mostra aprirà il 10 agosto. Come mai?
Il Castello del Buonconsiglio non è chiuso, si può visitare in gran parte, dalla Loggia del Romanino alla Torre dell’Aquila, dall’appartamento Clesiano a Castel Vecchio. Sono chiuse alcune sale perché a breve inizieremo ad allestire la mostra «Sangue di drago squame di serpente. Animali fantastici al Castello del Buoncosiglio». Preciso che l’apertura della mostra quest’estate è slittata ad agosto, perché l’abbiamo organizzata con il Museo nazionale Svizzero di Zurigo. Il motivo è che negli ultimi anni, obbligati dai tagli della spending review, dobbiamo cercare partner per contenere le spese, sia di pubblicità che di assicurazione. Ora aspettiamo le opere che arrivano da Zurigo, per la mostra che sarà arricchita con oggetti e rappresentazioni di animali fantastici (di cui è ricco anche il castello dagli affreschi di Dosso Dossi e di Romanino) e con i prestiti dal Museo degli Uffizi.
Dunque nessuna preoccupazione per l’apertura del Muse di Piano?
Non siamo preoccupati, anche perché i pubblici a cui ci rivolgiamo sono diversi. Inoltre, il Castello del Buonconsiglio ha una forza attrattiva ed è riconosciuto come il principale monumento della città, non solo dal punto di vista architettonico, ma anche storico, essendo un emblema prima del Principato vescovile e poi dell’irredentismo, con la fossa dei Martiri. Piuttosto il problema è come affezionare il pubblico e farlo ritornare anche dopo la prima visita.
Come si realizza questo obiettivo?
Noi puntiamo su una grande mostra all’anno, ma cerchiamo anche di potenziare i visitatori con la carta fedeltà, che premia chi totalizza più punti visitando i 27 castelli trentini inseriti in quest’offerta. Una promozione che sta dando i suoi frutti. E poi abbiamo proposto la mostra sugli animali fantastici, dalle rappresentazioni mitologiche a quelle sacre, proprio per cogliere un filo conduttore con gli animali del Muse.
Insomma, nessuna guerra tra i due musei?
Ma no... Io e Michele (Lanzinger, ndr) abbiamo iniziato insieme ad occuparci di archeologia, fondando insieme una cooperativa. Le nostre storie hanno radici comuni e non a caso nel 2015 è in programma una mostra in comune sulle palafitte. Piuttosto, le mie preoccupazioni sono altre.
E quali?
È quella della tenuta del turismo culturale, perché anche i dati di Federcultura confermano la flessione di visitatori nei luoghi d’arte e archeologicia causa della crisi. Il problema allora è come continuare ad intercettare i visitatori ai tempi della crisi. La mia risposta è: mantenere sempre alta la qualità e far crescere il sistema culturale trentino.