Bonus da 100 mila euro per chi si trasferisce in Trentino. Più di trenta i borghi di montagna interessati
La Provincia: «Non è richiesto l'Isee ma che i ristrutturatori portino al territorio nuovi cittadini attivi. Si tratta di comuni molto piccoli, in cui l’immissione di soli cinque nuovi gruppi familiari cambia la vita di un paese»
TRENTO. Abbandonare il caos cittadino delle grandi metropoli per trasferirsi nei piccoli centri urbani immersi nella natura. Alcuni farebbero questa scelta a occhi chiusi; per convincere i più titubanti – anticipa nella sua edizione web il Corriere Adriatico - la provincia di Trento starebbe per approvare una proposta che prevede un incentivo fino a 100mila euro per coloro che decideranno di spostare la loro residenza in provincia. “È un provvedimento di coesione sociale, per ripopolare alcuni comuni”, ha detto la dirigente provinciale Ileana Olivo, che si è occupata di individuare i comuni. “Non chiediamo l'Isee ma che i ristrutturatori portino al territorio nuovi cittadini attivi. Stiamo parlando di comuni marginali molto piccoli, in cui l’immissione di soli cinque nuovi gruppi familiari cambia la vita di un paese”.
Si tratta di contributi a fondo perduto, messi a disposizione per le spese di acquisto e di ristrutturazione dell'immobile. Non è necessario viverci, la sovvenzione è valida anche se si sceglie di mettere l'appartamento in affitto, purché il canone sia moderato e destinato a lavoratori o cittadini che spostano la loro residenza per 10 anni (a partire dalla conclusione della ristrutturazione). I contributi ammontano a un massimo di 80mila euro a fronte di una spesa complessiva di 200mila. Altri 20mila saranno riservati a coloro che decideranno di acquistare un'abitazione lontana dai centri storici, arrivando così a 100mila euro.
“Il soggetto beneficiario non deve essere residente nel territorio dove si trova l’unità immobiliare, a meno che non abbia compiuto il quarantacinquesimo anno di età”, si legge nel bando. Rientrano tra gli aventi diritto tutti coloro “che hanno o intendono acquisire un diritto di proprietà o di godimento su un immobile ed è consentito richiedere i contributi fino a un massimo di 3 unità questo per dare unitarietà all’intervento di ristrutturazione, ad esempio per le facciate degli edifici”.
Le domande verranno valutate quando il provvedimento sarà approvato. L'iter prevede che la proposta venga sottoposta al parere del Consiglio delle autonomie locali e della commissione competente del Consiglio provinciale. “Stileremo delle graduatorie (di domande già accolte) per tranches di 3-4 mesi di raccolta: così da dare la possibilità di iniziare i lavori già quest’anno», ha detto Olivo.
La dirigente provinciale ha fatto sapere che non è ancora disponibile una lista ufficiale dei comuni ma ha anticipato che le aree individuate sarebbero in tutto 33. I centri selezionati sono quelli maggiormente colpiti dal problema degli immobili abbandonati e con maggiore probabilità di recupero edilizio. Alcuni tra i paesi scelti - si legge sul Corriere - sono quelli della Val di Non, con Bresimo e Livo, la Val di Sole con Rabbi e Vermiglio. Nella Comunità delle Giudicarie, Tre Ville, Bondone e Borgo Chiese. Poi Terragnolo in Vallagarina e Luserna, nella Magnifica Comunità degli Altipiani cimbri. Inclusi inoltre i comuni di Sover e Giovo, in Val di Cembra e quelli della Valsugana: Palù del Fersina, Castello e Cinte Tesino e Grigno. Tra località del Primiero Sagron Mis, Mezzano e Canal San Bovo, per Fiemme e Fassa, Valfloriana e Campitello di Fassa. C.L.