Grisenti: "Ecco la mia verità"
Venti pagine di memoriale sulla A22 e i rapporti con Collini
TRENTO. Contesta tutte le accuse, senza eccezioni o distinguo. Rivendica di aver avuto un ruolo di ascolto e di guida per le imprese trentine. Giura non di non aver fatto né chiesto favori a Collini, men che meno per agevolare l’attività professionale dello studio del fratello Giuseppe. E’ una difesa a tutto campo quella che Silvano Grisenti affida al suo lungo memoriale, ora agli atti del processo per corruzione, truffa e concussione che lo vede imputato. Ventuno pagine, ricche di informazioni ma anche di emozioni, come quelle ricordate al momento delle dimissioni quando dalla sua parte si schierarono anche i consiglieri di minoranza del cda dell’A22. O come l’amarezza provata nel subire le “pressioni a mezzo stampa” di alcuni colleghi di partito perché si facesse subito da parte. Grisenti ripercorre la storia dei suoi rapporti con Collini, il cuore dell’impianto accusatorio. Cita numeri, percentuali, date per dimostrare che - da presidente A22 - ha solo avuto a cuore il bene della società, senza sconti e corsie preferenziali. Ecco i passaggi più importanti del memoriale.
LE DIMISSIONI «Le notizie dell’inchiesta mi hanno colpito a fondo, come è normale che avvenga in ogni persona che “ha la coscienza a posto” e sa di non aver mai violato la legge. Proprio per questo ho riflettuto a lungo prima di rimettere il mio mandato di presidente al cda di A22. Ciò anche perché temevo che la mia decisione potesse essere intesa come un riconoscimento implicito di responsabilità. Il profondo rispetto per la carica che rivestivo mi ha tuttavia indotto a porre in secondo piano il mio interesse personale e, anche se normalmente nel nostro Paese ciò non accade, ho voluto seguire quello che è il senso della moralità che ho sempre cercato di porre al primo posto nella mia attività politica ed amministrativa. Ho poi pensato all’interesse di A22 che avrebbe sicuramente sofferto nell’essere amministrata da un presidente nei confronti del quale erano state formulate gravi accuse. Solo per questi motivi mi sono presentato dimissionario al cda del 19 settembre 2008 e, nonostante le insistenze di tutti i consiglieri, ho ribadito che le mie dimissioni erano irrevocabili. E’ stato comunque di grande conforto poter ascoltare anche da consiglieri di diverso orientamento politico rispetto al mio parole di solidarietà e sostegno.
Ha avuto un peso considerevole nella mia decisione anche la scelta della pubblica accusa di rendere nota l’inchiesta in piena campagna elettorale, a 40 giorni dalle consultazioni provinciali. Non nascondo che ho subito pressioni, attraverso la stampa locale, dal partito in cui milito e dagli altri partiti della coalizione e ho ritenuto corretto, per non compromettere il risultato elettorale, valutare l’opportunità di rimettere il mio mandato al cda. Credo di essermi comportato con correttezza e lealtà nei confronti delle istituzioni, della società che presiedevo e del presidente della giunta provinciale, che si trovava in un momento di particolare difficoltà. Col mio comportamento credo di aver dimostrato una correttezza di cui sono orgoglioso prima di tutto con me stesso e poi, soprattutto, nei confronti della mia famiglia, che mi ha compreso e sostenuto. Non ritengo una diminuzione di valore l’essere tornato al lavoro in Regione, che avevo lasciato nel 1998, nel momento in cui sono stato eletto consigliere regionale. La vicinanza di moltissime persone, dei colleghi, degli amministratori pubblici con cui mi sono confrontato negli ultimi anni mi sono stati di grande conforto e mi hanno confermato nella convinzione di aver sempre lavorato avendo al primo punto l’obbiettivo di essere al servizio della comunità».
I RAPPORTI CON COLLINI «Sia come assessore provinciale che come presidente della A22 avveniva spesso che imprenditori (trentini e non) mi chiedessero di incontrarli per rappresentarmi i loro programmi e le loro problematiche sulle opere che si stavano progettando o eseguendo. Fu in questa prospettiva che anche l’ingegner Collini cominciò a chiedermi di incontrarlo per affrontare i problemi relativi alle sue attività in corso con A22. Nel corso di questi incontri Collini allargava spesso il campo di discussione a tutti i suoi problemi di imprenditore e chiedeva la mia opinione sulla situazione imprenditoriale trentina. A lui, così come ho sempre fatto con tutti, ho espresso le mie personali opinioni sulle strategie che, a mio parere, l’imprenditoria trentina avrebbe dovuto sviluppare per crescere. Ho cioè sempre rimarcato la debolezza delle imprese trentine nel confronto con quelle operanti in altre regioni. A mio giudizio era perciò importante e necessario che, oltre a impegnarsi nella ricerca della massima qualità produttiva, le imprese locali evitassero di farsi la “guerra” cercando di avviare un progetto di organizzazione ed accordi fra loro, così da raggiungere una dimensione che consentisse di competere con le grandi imprese lombarde ed emiliane; ribadivo la necessità per loro di dotarsi di tecnologie più avanzate ma nello stesso tempo idonee anche ad assicurare il massimo rispetto per il territorio e per le comunità. Solo così, a mio giudizio, le imprese trentine avrebbero potuto affrancarsi dalla mera pratica del subappalto, che consente sì di lavorare, ma non permette la crescita di una vera imprenditoria (...) Non ho quindi mai agevolato l’impresa di Collini, né qualsiasi altra impresa. Da questo punto di vista sono perciò del tutto infondate ed irreali le presunte agevolazioni che sono state indicate nel capo d’accusa».
IL CASELLO DI SAN MICHELE «Nel corso del mio mandato, la Collini spa ha partecipato ad alcuni appalti indetti da A22, risultando vincitrice solo in quello al massimo ribasso per la costruzione del nuovo casello di San Michele. Si trattava del bando 46/2007 per il rifacimento della stazione autostradale e del centro per la sicurezza autostradale di San Michele, con base d’asta di 8,6 milioni oltre oneri per la sicurezza per euro 418 mila. La gara si è svolta il 19.2.2008 ed è risultata aggiudicataria l’Ati Collini-Ediltione-Garbari-Misconel, con un ribasso del 29,10% e importo di aggiudicazione di euro 6.571.148,76».(...)
I PRESUNTI FAVORI AL FRATELLO GIUSEPPE «Anzitutto devo smentire di aver mai promesso a chicchessia qualsiasi tipo di favore quale corrispettivo di un aiuto a mio fratello o alla società di cui è socio. Questo anche perché non ho mai chiesto nulla in cambio di una mia qualsiasi attività personale o istituzionale. Da quello che so i primi rapporti professionali fra l’impresa Collini e la società Arca Engineering risalgono al 2004 e quindi a un periodo precedente l’inizio della mia frequentazione con Collini, che risale alla primavera 2007. Di certo non sono stato io il contatto fra loro. Recentemente, in relazione alle accuse che mi sono state mosse, mi sono ovviamente interessato della questione relativa ai rapporti Arca/Collini e ho saputo che, nei cinque anni fra il 2004 e il 2008 compresi, l’incidenza dei lavori svolti per Collini sul fatturato complessivo di Arca ammonta al 7% e si riferisce per la parte maggiore proprio a fatturato relativo all’anno 2004. Ciò non significa che, una volta, nell’ambito di un discorso nel quale Collini mi illustrava i suoi intendimenti relativi al futuro progetto per il Not di Trento io abbia effettivamente segnalato la possibilità di affidare l’incarico di progettazione degli impianti tecnici a mio fratello, ma non ho certo mai fatto pressioni su questo e non ho mai condizionato l’incarico a mio fratello ad alcun beneficio che avrebbe potuto trarre Collini. Ed è stata questa l’unica occasione in cui ho segnalato mio fratello o Arca Engineering a Fabrizio Collini. (...) Si trattò di segnalazione del tutto libera, priva di qualunque carattere vincolante».
APPALTO PER IL NUOVO EDIFICIO DELLA PAT «Non so nulla della procedura di gara, se non quanto riferitomi da Collini e in un’occasione dall’ing. Groff. Quest’ultimo mi chiese un incontro e mi riferì dell’esistenza nel progetto preliminare di un evidente errore tecnico, che falsava radicalmente il calcolo relativo alla resistenza termica, al punto che tutti gli impianti risultavano sottodimensionati. Groff era preoccupato perché le regole del bando non consentivano a chi redigeva la proposta progettuale di correggere l’errore, e questo da un lato falsava la gara, dall’altro avrebbe comportato, una volta assegnato l’incarico, di dover procedere a una riprogettazione con un sensibile aumento dei costi. Mi feci lasciare da Groff un appunto e ritenni mio dovere contattare il responsabile del procedimento, ing. Fabio Angeli, che conoscevo, per segnalargli la questione e consentirgli di assumere i provvedimenti del caso. Incontrai Angeli, gli consegnai il promemoria di Groff. Per quello che si riferisce all’incarico conferito da Collini a Groff io ne sono venuto a conoscenza molto dopo l’assegnazione. Escludo di aver dato indicazioni in tal senso a Collini».
APPALTO NUOVA SEDE A22 «Il progetto è stato redatto dalla direzione tecnica dell’A22, che si è avvalsa di alcune consulenze esterne. Prevede l’applicazione di tutte le soluzioni tecniche e tecnologiche che consentono all’edificio, una volta realizzato, di raggiungere il massimo risparmio energetico. Sotto il profilo termico è stato studiato per ottenere la classificazione “casaclima oro”. Il progetto venne approvato dal cda con l’impegno di approfondire ulteriormente il tema della compatibilità ambientale, con riferimento alle norme del sistema “Leed”. Il cda, nella stessa delibera, ha deciso che l’appalto si sarebbe svolto col metodo del massimo ribasso. E’ vero che Collini, in relazione a questo progetto, mi ha fatto pressioni per proporre al cda di modificare il metodo di gara in quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Io mi limitai a riferirgli che avrei riflettuto sulla sua proposta, ma come è facilmente verificabile, diedi subito incarico agli uffici tecnici della A22 di adeguare il progetto al metodo “Leed” e di mantenere il metodo di gara del massimo ribasso».
APPALTO PER REALIZZARE IL NUOVO OSPEDALE «Per la realizzazione del nuovo ospedale di Trento non mi risulta che l’amministrazione provinciale abbia già dato avvio alla procedura di gara. E’ un progetto che è stato pensato quando ancora ero assessore ai lavori pubblici. All’epoca avevo pensato per la sua realizzazione al sistema di offerta “Gara di concessione, di costruzione e di gestione”, che preferivo al sistema oggi in voga della “Finanza di progetto”, che ritenevo e ritengo un ottimo sistema per realizzare strade, ferrovie, opere lineari, che non hanno un diretto contatto con la cultura, gli usi, i costumi di una società come deve invece avere un ospedale (...). Ho espresso questa mia convinzione in più occasioni ed anche pubblicamente. Come pubblicamente ho espresso le mie convinzioni circa la necessità, per il sistema trentino di aggregarsi, di fare squadra e, in tal modo, di crescere. Ho sollecitato il sistema delle imprese trentine, gli studi professionali, le società di gestione dei servizi ed impianti a dialogare fra di loro in modo tale da attivare la formazione di una o più cordate locali capaci di concorrere alla pari con i più importanti gruppi imprenditoriali nazionali». (...)
L’ACCUSA DI MODIFICHE AI METODI DI GARA «L’accusa è documentalmente infondata. Nel corso del mio mandato il cda dell’A22, su mia proposta, ha sempre e solo adottato delibere di approvazione di progetti che prevedevano come criterio di aggiudicazione quello del massimo ribasso. Unica eccezione, sulle 36 delibere adottate in materia, è quella relativa all’appalto “Masetto”, per un importo di 6,1 milioni, deliberato dal cda il 15 giugno 2007 col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; l’appalto era stato pensato fin dall’origine con quel criterio dal precedente cda. In tale periodo sono state svolte due gare secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, quella relativa ai tre ponti fra Avio e Rovereto e quella relativa alla barriera fotovoltaica di Isera. Si tratta di due gare progettate ed indette con delibere del cda presieduto da Willeit. (...) Sotto la mia presidenza, il cda di A22 ha approvato tutti i progetti col sistema di gara al massimo ribasso e con l’analisi delle offerte anomale. Ritengo, e l’esperienza me lo conferma, che progetti ben definiti portino alla realizzazione di ottime opere con poche varianti in corso d’opera e bassissimo contenzioso».
I PRESUNTI SUGGERIMENTI ALLA COLLINI SPA «Non sono mai intervenuto in nessuna gara e in nessuna commissione di gara, avendo delegato da subito a questo i responsabili dell’ufficio legale, l’avv. Ziernhold, ed in sua assenza l’avv. Pasini. Le commissioni di gara vengono nominate dal Ministero delle infrastrutture e alle stesse non partecipano dipendenti A22. I progetti devono essere sempre preventivamente approvati dall’Anas. Le commissioni agiscono in piena autonomia e, nelle gare al massimo ribasso, non hanno alcun potere discrezionale, se non quello di non ammettere una o più imprese offerenti per ragioni legate a irregolarità nella presentazione delle domande di gara. Mi si accusa, altresì, di aver individuato nella Collini spa l’impresa trentina di riferimento per ogni appalto e di averla favorita attraverso l’assegnazione di quote di lavori pubblici in relazione ai quali l’Autostrada del Brennero era concessionaria promotrice».