Gestione A22, Grisenti colpevole (4 mesi)"Punito per aver fatto del bene"

Inchiesta Giano Bifronte per presunte tangenti nella gestione di appalti pubblici locali: la pena a 4 mesi è stata commutata in un ammenda da 4.660 euro. L'ex presidente dell'Autobrennero ha  ottenuto agevolazioni attraverso sponsorizzazioni. E' stato invece assolto dalla truffa e dalla concussione



TRENTO. Una condanna a 4 mesi per corruzione impropria, commutata in 4.660 euro di ammenda, è stata emessa nei confronti di Silvano Grisenti, ex presidente dell'Autobrennero, società di gestione dell'A22, nell'ambito dell'inchiesta Giano Bifronte della Guardia di finanza, per presunte tangenti nella gestione di appalti pubblici locali.

A Grisenti non è stato dunque contestato di avere compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio, dal momento che era nelle sue facoltà quella d'inserire aziende per gli appalti in questione, bensì di avere ottenuto agevolazioni attraverso due episodi di sponsorizzazione.

Riguardano due distinte aziende, la Oberosler cav. Pietro spa verso la società di pallamano Mezzocorona e la Collini spa verso una società di pattinatori di Trento, ritenuta riferibile, nei vertici, a un familiare di Grisenti.

Grisenti è stato invece assolto dalle accuse di truffa e concussione.

Per un altro degli imputati, Stefano Oberosler, è stata emessa un'analoga condanna a 4 mesi, anche in questo caso commutata in multa 4.560 euro. A Oberosler viene contestato lo stesso episodio di Grisenti per la società di pallamano. La società Oberosler spa dovrà pagare una multa di 10.000 euro come richiesto dall'accusa.

E' stato invece assolto Dino Leonesi, che da dirigente della Provincia autonoma di Trento ricopriva l'incarico di presidente dell'istituto Beato de Tschiderer, ex struttura vescovile per sordi. L'assoluzione è stata decisa anche per la società di gestione dell'A22, l'Autobrennero spa. In questo caso la Procura aveva chiesto una condanna a una multa di 7.600 euro.

Da un paio di giorni Grisenti aveva preferito starsene a casa, a Povo, a trovare la giusta concentrazione lavorando l’orto, come gli piace fare quando c’è della tensione da sfogare. Lo ha fatto anche ieri. Diciamolo pure: Grisenti sperava nell’assoluzione piena e questa condanna per corruzione (benché minima) lo lascia con l’amaro in bocca. «E’ deluso» - è il primo commento che si lascia sfuggire Vanni Ceola, uno dei suoi legali, dopo averlo sentito al telefono al termine dell’udienza.
 
Nel pomeriggio Grisenti ha avuto il tempo di analizzare il verdetto e digerire il rospo, inviando poi alle redazione dei giornali un comunicato di commento: «Non posso che esprimere gioia di fronte alla piena assoluzione da tutte le accuse più gravi che mi sono state rivolte dalla accusa.

Devo comunque esprimere amarezza per una condanna (sia pure ad una pena pecuniaria) che ritengo ingiusta, per due episodi nei quali mi viene sostanzialmente contestato di aver contribuito a dare una mano a due benemerite società sportive» - spiega Grisenti. «So - prosegue - delle enormi difficoltà che incontrano le associazioni sportive e di volontariato nel portare avanti le loro attività a favore dei giovani. Per questo mi sono sempre attivato per offrire loro aiuto e sostegno.

 Prendo atto con rammarico dalla sentenza, che questo possa essere considerato un reato. Sia pur sommessamente ritengo di dover dissentire da questa interpretazione e rimango sereno, certo di essermi sempre comportato con assoluta correttezza e onestà.

 La sentenza ribadisce comunque che io non ho mai compiuto alcun atto in contrasto con l’interesse della Società A22. Questo mi sembra il dato più importante e dimostra che nella mia attività ho sempre agito per il bene della comunità e nell’interesse dell’amministrazione, della PAT quando ero assessore, dell’A22 quando ho ricoperto l’incarico di Presidente».













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