il caso

Famiglie arcobaleno e diritti civili, dopo Milano sale la tensione

Nel capoluogo lombardo il prefetto ha bloccato il riconoscimento delle famiglie con genitori dello stesso sesso, mentre a Trento «procediamo nella solita direzione», assicura il sindaco Ianeselli  

 

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Astrid Panizza Bertolini


TRENTO. Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, a metà gennaio aveva firmato personalmente il certificato di nascita di un figlio nato da due mamme. Dopo neanche due mesi, il prefetto di Milano blocca azioni di questo tipo. «Per quanto riguarda il Comune di Trento - dice Ianeselli - finora non abbiamo ricevuto indicazioni simili da parte del Commissario del Governo, quindi procediamo nella direzione di sempre. Se poi dovesse arrivare la comunicazione, prima di tutto la leggerei e valuterei. È chiaro che io, come altri sindaci, in una situazione di confusione normativa mi sono preso la responsabilità in favore dei diritti di un bambino. Non è questione di forzare una norma. La vicenda di Milano segna un punto di novità di cui si deve tener conto, ma serve un legislatore che in maniera chiara stabilisca leggi a tutela dell'uguaglianza e della difesa dei minori. Se poi le circolari aiutano a chiarire, non è detto che vadano in direzione della giustizia. Ma quello di cui c'è urgente bisogno è proprio la giustizia e l'equità da parte di leggi che tengano conto della realtà odierna. Resta comunque la possibilità dell'adozione».

Sabato a Milano ci sarà il sit in di protesta organizzato da Arcigay, Famiglie Arcobaleno e Sentinelli, che prenderà il via a partire dalle ore 15 di fronte alla Prefettura. «Se dovesse svolgersi una manifestazione simile anche a Trento sarebbe accolta senza problemi - continua Ianeselli - il Dolomiti Pride del 3 giugno si occupa di diritti simili e il Comune ha dato il patrocinio». Claudia Merighi, presidente del Comitato Laici trentini per i diritti civili, ha dichiarato che darà massima informazione sullo svolgimento della manifestazione di sabato a Milano e come Comitato aderiranno senz'altro. «Con Sentinelli ci conosciamo e abbiamo sempre condiviso gli stessi ideali. - continua Merighi - In questo momento bisogna dare voce e presenza contro gli attacchi assurdi, ingiustificati e barbari che stanno subendo le famiglie omogenitoriali. Si tratta di rendere l'Italia un Paese fuori dalle normative del semplice buonsenso dei diritti umani dei bambini».
Per Paolo Zanella, consigliere provinciale di Futura, è evidente che il problema sia enorme, sia per quanto riguarda lo stop alle registrazioni dei figli da coppie omogenitoriali, che va a ledere i diritti dei bambini, sia per quanto riguarda la recente bocciatura del regolamento Ue sui loro diritti di riconoscimento.
«A me sembra che questo Governo voglia cercare dei capri espiatori su cui riversare i problemi - dichiara Zanella - Il problema è nazionale, è stato proposto recentemente un ddl per non riconoscere la protezione internazionale ai migranti che fuggono dal loro Paese a causa delle discriminazioni per il loro orientamento sessuale. Anche a livello locale, però, la tendenza è simile, basti pensare al ddl "anti-gender" nelle scuole. È evidente che così non si può andare avanti. Sabato cerco di esserci a Milano, per portare anche la mia voce assieme a tante altre». 













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