Due papà e un bimbo in cerca di diritti. L'odissea di una famiglia omogenitoriale a Trento
(Videoservizio di Marco Todarello)
Giuseppe e Antonio si amano da vent’anni e solo da poco hanno realizzato il loro sogno, quello di farsi una famiglia. Per avere un figlio sono dovuti andare negli Stati Uniti, perché in Italia la legge vieta ai single e alle coppie omosessuali il ricorso alla procreazione assistita. Un percorso lungo e faticoso e ancora non concluso, perché una volta tornati in Italia l’anagrafe ha riconosciuto come unico genitore Giuseppe, padre biologico del bambino.
In realtà fino a pochi giorni fa molti sindaci, in mancanza di una legge che regoli la questione, trascrivevano l’atto di nascita con entrambi i papà o le mamme dei bambini nati all’estero, poi una circolare del ministero dell’Interno ha indicato di non farlo e il clima è cambiato. E dunque loro figlio, come molti altri, è un bambino con meno diritti.
Come tutti gli uomini, che siano in coppia o single, Giuseppe e Antonio hanno dovuto scegliere la gestazione per altri, cioè la pratica con cui una donna porta avanti una gravidanza per conto di altre persone. È quella che i critici chiamano con disprezzo “utero in affitto”, proibita in Italia e che il governo Meloni vorrebbe rendere illegale anche se fatta all’estero.
In Italia resistono pregiudizi, nel migliore dei casi la diffidenza sul fatto che due omosessuali possano essere buoni genitori, eppure quasi 50 anni di ricerche svolte soprattutto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Olanda, dimostrano che non ci sono differenze nello sviluppo psicologico del bambino tra famiglie eterogenitoriali e omogenitoriali.
La vita di una famiglia omogenitoriale in Italia è molto complicata: il genitore non riconosciuto ha bisogno di una delega per prendere suo figlio a scuola, o per riempire il modulo per i vaccini e in aeroporto gli può essere impedito di partire. Tuttavia Giuseppe e Antonio hanno trovato risposte solidali nella società. Ma se la società lentamente diventa più sensibile sui diritti civili, dall’altro lato la politica è lenta a trovare le risposte. La corte costituzionale ha ricordato al parlamento che sulla filiazione delle coppie omosessuali deve legiferare in fretta, perché è in gioco la tutela del minore. In Italia i bambini nati da coppie gay sono tra 4 e 6mila, ma il nostro paese si è opposto all’adozione di un certificato europeo di filiazione, che renderebbe automatico il riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omosessuali in tutti i paesi dell’Unione europea.