Territorio

Carne salada, c'è lo scontro sul marchio Igp: il Tar respinge il ricorso

Ventiquattro imprese trentine si sono opposte alla richiesta del Consorzio produttori contestando l’indicazione del territorio di produzione. Ma per i giudici amministrativi non c’è nessun danno



TRENTO. La battaglia della "carne salada" si consuma non a tavola, sua sede naturale, ma in un'aula del tribunale. E non con le posate come strumenti, ma a suon di carte bollate. Sono 24 le imprese trentine interessate alla produzione e commercializzazione della specialità che si sono opposte all'Igp della "Carne salada del Trentino" chiesto dal Consorzio produttori trentini di salumi. Gli operatori ricorrenti, che prima si sono rivolti al ministero dell'Agricoltura e poi al Tar, contestano sia la procedura che la "rappresentatività" del soggetto che ha chiesto la registrazione del nome, nonché l'indicazione del territorio di produzione della specialità. È dall'ottobre 2023 che cercano di far valere le proprie ragioni, fino ad ora senza trovare soddisfazione: il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato contro la chiusura della procedura di opposizione.

La decisione del Tar.

In particolare, i giudici amministrativi della sezione quarta (presidente Mariangela Caminiti) non hanno condiviso nel merito la tesi dei ricorrenti riguardo al danno che avrebbero patito dall'eventuale riconoscimento dell'indicazione geografica protetta al Consorzio produttori. «Non è dato comprendersi in che modo la registrazione dell'Igp potrebbe impedire la produzione e/o la commercializzazione del medesimo prodotto tipico locale ovviamente senza il marchio Igp» viene evidenziato nella sentenza. La specialità, fra l'altro, ha già il riconoscimento De. Co., denominazione di origine sovracomunale.

Lamentele al Ministero.

Inizialmente i ricorrenti avevano contestato anche in sede di Ministero la richiesta della registrazione di Igp, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 6 settembre 2023. La risposta da Roma, arrivata dopo aver analizzato le controdeduzioni del Consorzio produttori trentini, era stata negativa; la procedura era andata avanti con trasmissione del fascicolo di domanda di registrazione alla Commissione europea, secondo step di valutazione dopo il via libera ministeriale. Le 24 imprese trentine - salumifici, ristoranti, agritur, società agricole e che si occupano di ospitalità - nel marzo 2024 si erano dunque rivolte alla giustizia amministrativa.

La questione territoriale.

Come accennato, fra i motivi dell'impugnazione i ricorrenti evidenziavano che la registrazione del prodotto tipico locale con il nome di "Carne salada del Trentino" avrebbe recato «pregiudizio alla produzione e commercializzazione del prodotto conosciuto invece in loco come "Carne salada"». A conferma della tesi, ricordavano che in origine il Consorzio produttori trentini aveva chiesto che il prodotto venisse registrato solo come "Carne salada", chiedendo solo successivamente di aggiungere "del Trentino". Lamentavano anche l' «omessa valutazione delle informazioni» relative al soggetto richiedente la registrazione del nome: il Consorzio dei produttori trentini di salumi, secondo i ricorrenti, non sarebbe abbastanza rappresentativo sul territorio. C'è anche una "questione territoriale", perché nel disciplinare allegato all'istanza di riconoscimento sarebbero state indicate, come zone di produzione, valli e Comuni che non avrebbero riferimenti storici e produttivi riguardo alla tradizione della "Carne salada". Secondo il Tar, invece, la procedura si è svolta in maniera corretta. Per i ricorrenti rimane un'ultima carta da giocare, ossia l'appello al Consiglio di Stato. Ma. Vi.













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