Bondone, no delle Asuc a nuove piste da sci: «Si ipoteca l’utilizzo della montagna per le future generazioni»
Sopramonte, Baselga del Bondone e Vigolo Baselga contrarie alla richiesta del Comune di modificare alcune particelle gravate da uso civico nella variante al prg
TRENTO. Un no secco e netto. E motivato. Le Asuc del Bondone si oppongono all'ampliamento delle aree sciabili sulla montagna della città. Nel dettaglio le associazioni di Sopramonte, Baselga del Bondone e Vigolo Baselga («noi rappresentiamo la quasi totalità dei territori del versante nord del Bondone, ma confidiamo che anche la Circoscrizione del Bondone, che in più occasioni ha dimostrato di condividere le istanze e le posizioni, supporti questo nostro parere negativo e lo faccia proprio nelle sedi opportune», specificano) hanno risposto con un "no" alla richiesta del Comune di Trento relativo alle modifiche di destinazione di particelle gravate da uso civico contenute nella variante tecnica 2023-2024 al PRG. «Abbiamo analizzato - spiegano le tre Asuc in una nota - le modifiche di destinazione delle particelle gravate da uso civico a favore delle frazioni amministrate e le abbiamo ritenute sostanzialmente coerenti e corrette, tranne quella che riguarda l'adeguamento della delimitazione delle aree sciabili alla cartografia del PUP, che prevede un notevole ampliamento delle aree a destinazione "sciabile" .
La variante non può essere definita "tecnica", in quanto propone un sostanziale e importante ampliamento: questo aspetto non è per nulla secondario e presuppone, a monte, delle scelte politiche che vanno a ipotizzare e ipotecare l'utilizzo del territorio della montagna per le future generazioni. Viene infatti confermata e disegnata una visione della montagna che vede e sostiene quasi esclusivamente lo sfruttamento a fini impiantisti e sciabili della stessa».
Come accennato Sopramonte, Baselga del Bondone e Vigolo Baselga hanno motivato ampiamente la decisione di opporsi. Quattro i punti principali: la tutela dei beni agro-silvo-pastorali, come previsto dalla legge, che sarebbe incongruente con l'ampliamento delle piste. Ancora: «la stazione sciistica del Monte Bondone è stata oggetto nel recente passato di numerosi interventi di razionalizzazione e ridefinizione degli impianti di risalita - ora ridotti a 4 - e delle aree a pista: non si comprende quindi la necessità di prevedere un ampliamento».
Infine le ultime due motivazioni, legate in primo luogo ai cambiamenti climatici in corso, «considerato che tutti gli impianti sono sotto i duemila metri di quota, metteranno a rischio l'attività sportiva, che va ripensata anche sulla base degli studi su turismo e meteo», e in secondo legato a regole e obiettivi del Pup e a volumi che «sarebbero in ogni caso devastanti per il paesaggio del Bondone».
Le tre Asuc concludono la loro netta presa di posizione «ribadendo quindi il parere contrario alla proposta di ridefinizione delle aree sciabili con il loro ampliamento. E chiediamo al Comune di Trento di mantenere a livello di PRG l'attuale previsione di aree sciabili. Anzi, con l'occasione della variante tecnica di adeguamento del PRG, chiediamo di procedere ad una puntuale ridefinizione delle stesse in modo che ricomprendano solo ed esclusivamente le aree ad oggi utilizzate per le piste e gli impianti connessi. Inoltre chiediamo all'amministrazione di inserire a livello di PRG la previsione - per le aree sciabili già definite e utilizzate - che alla fine dell'utilizzo si proceda all'integrale ripristino alla situazione originaria (ovvero bosco, prato o pascolo) a totale carico dell'utilizzatore».