L’evaporazione delle certezze. Una Svp non più autosufficiente. Il vento di destra: italiano (al di sotto delle aspettative) e tedesco (al di sopra delle aspettative). Una significativa spruzzata di verde. Una lista civica in forma. Una maggioranza assai difficile da mettere insieme. Il voto italiano in linea con quanto accade a Roma o a Palermo. L’ampio movimento del “no” tedesco (non solo al vaccino) che sbaraglia. Il TeamK che perde consensi ma ...
Nemmeno le parole aiutano a descrivere quale violenza brutale abbia scatenato Hamas in Israele. Difficile descrivere l’orrore assoluto. Difficile guardarlo in faccia, nelle sue derive mostruose. Difficile immaginare fino in fondo le reazioni di Israele. Difficile anche prefigurare quanto ogni scelta, ogni attacco e ogni spietata vendetta condizioneranno gli equilibri di un pianeta impaurito e stremato. Se la guerra in Ucraina - che ora rischia di ...
Il presidente Arno Kompatscher è preoccupato. E non potrebbe essere altrimenti. Soprattutto in campagna elettorale. In cuor suo, sa però benissimo che queste elezioni potrebbero passare alla storia come quelle della fine dell'autosufficienza. Fino ad oggi, per statuto (soprattutto), per cortesia (perché sembra sempre una gentile concessione) e per equilibri politici (spesso legati al baricentro del governo romano), la Svp ha ...
Guelfi e ghibellini. Ci dividiamo su tutto. Ma il bipolarismo ci sta stretto. Due poli o due schieramenti non ci bastano. Non a caso troveremo sedici liste sulle schede, fra poco più di un mese, quando andremo a votare per rinnovare il consiglio provinciale. Difficile schierarsi di qua o di là. Evidentemente per rappresentare le idee di chi cambia idea in fretta - noi italiani, quasi tutti - non possono bastare pochi partiti. Non siamo ...
Come noto, nell’isola altoatesina non esiste l’elezione diretta del presidente della Provincia. E la cosa ha ovviamente un senso: perché la legge elettorale tutela le varie minoranze (a cominciare da quella italiana, vien da dire) e tiene giustamente conto di equilibri non scontati. Si potrebbe peraltro affermare che dall’approvazione del secondo statuto d’autonomia questo è anche l’unico luogo dello Stivale nel quale il nome del governatore - come ...
Silvio. Bastava pronunciare o scrivere il suo nome. Un po’ come ai tempi di Cesare. Non serviva nemmeno aggiungere il cognome. Perché Berlusconi è riuscito ad essere prima di tutto una specie di bene collettivo. Per alcuni un male collettivo, ovviamente. E non potrebbe essere altrimenti, anche se lui amava il consenso, possibilmente universale. È stato anche un collezionista di aggettivi e nomignoli. Ognuno capace di descriverlo alla perfezione. ...
Ormai ci sono abituato: scendo a Trento per seguire da vicino il Festival dell’economia e vengo regolarmente fermato più volte da altoatesini che, riconoscendomi, mi chiedono come mai a Bolzano non si organizzi nulla di simile. Dopo tutti questi anni e dopo aver visto Bolzano dormire sonni tranquilli e Trento crescere, per non dire esplodere per effervescenza, iniziative, idee, proposte, ho una risposta che considero ormai tristemente definitiva: ...
L’Italia si tinge d’un azzurro al quale Napoli s’aggrappa con la forza di un sogno. Fatto di rivincita. Di rinascita. E di quel sentimento variegato che solo il calcio sa donare, rendendo un po’ tutti eterni bambini all’inseguimento di un pallone che profuma di una vittoria che può durare un attimo o trent’anni e più. Il Regno Unito, nelle stesse ore, abbraccia il suo nuovo re. Un uomo che ha atteso ben più dei 33 anni che hanno visto trascorrere ...
Comunque lo si legga, in Alto Adige il dibattito sulla scuola è la certificazione di una sconfitta politica. Una sconfitta che ancora una volta la campagna elettorale trasformerà in altro. In un terreno di scontro e di incomprensione. In un fuoco da accendere al momento giusto per scaldare elettori visti come tifosi più che come abitanti del presente. Non si tratta più di attribuire ragioni o torti. Va compreso viceversa quello che ormai è un disagio ...
Dobbiamo farci una domanda, come società: siamo in grado - senza finire nel pantano dei soliti pregiudizi - di pesare, valutare, apprezzare, criticare e persino giudicare, se necessario, Giorgia Meloni come la leader del partito che ha vinto le elezioni e, ora, come presidente del consiglio, ed Elly Schlein come segretaria del principale partito d’opposizione? La domanda non deve sorprendere: perché continuo a leggere e sentire commenti su orecchini ...