A sinistra ormai tendono a mangiarsi fra loro

Se i vecchi comunisti mangiavano i bambini - per citare una vecchia battuta -, i nuovi esponenti del centrosinistra si mangiano fra loro. Carlo Calenda e Matteo Renzi, che allontanandosi dal Pd dovevano togliere un po’ di voti al centrodestra nel tentativo di dar vita a un terzo polo, passano le giornate ad attaccare proprio il Pd e soprattutto il segretario Letta. Alla faccia delle possibili alleanze future e degli esperimenti (anomali) che si fanno ...

Ciao Omar Monestier, compagno di viaggio unico e speciale

Non me la sentivo di parlare di Omar Monestier, un collega, un amico, un compagno di viaggio, una specie di fratello col quale ho condiviso la strada fin dall'inizio. Oggi ho però ricevuto una lettera del professor Antonio Merlino dedicata a Omar Monestier ("Caro direttore, ho appena saputo della triste notizia della scomparsa di Omar Monestier, ci eravamo sentiti la settimana scorsa, ne conservo il ricordo di un vero Gentiluomo, il più significativo ...


Una Pasqua sotto le bombe

Prima si inginocchia sull’orlo di una delle tantissime fosse comuni. Poi scende in quel labirinto indefinito di terra, di sangue, di lacrime e di dolore. E porta un respiro, un soffio di vita fra i morti che quella sabbia copre pietosamente. Non è una tradizionale Via Crucis. È una preghiera intima e silenziosa che diventa un grido universale. È un gesto di rara potenza, quello dell’inviato del Papa in Ucraina. A Borodjanka, una delle zone più martoriate ...

Un duello pericoloso dentro la Svp

C’è un mondo che sembrava poter resistere a tutto. Impermeabile alle crisi politiche che hanno sventrato il Paese, all’uragano di Tangentopoli e alla fine della prima Repubblica. Quel mondo all’apparenza incantato ma in realtà pieno di veleni trasversali - tipici in verità di molti grandi partiti, dove i panni sporchi si sono però sempre lavati rigorosamente in famiglia - si chiama Svp. O forse dovrei dire si chiamava Svp, visto che il partito di ...


Il mondo non sarà mai più lo stesso

Un tempo combattevano soldati in divisa. Oggi la guerra è invece in ogni senso totale: perché colpisce i civili - anche quelli che sono solo lontani spettatori - ancor prima dei militari. Perché ferisce non solo chi è coinvolto in questa mattanza senza fine, ma appunto anche chi osserva i confini sempre più insicuri e impercettibili fra le zone di guerra e la nostra normalità (o comfort zone, come la chiama qualcuno), improvvisamente altrettanto ...

Una guerra mostruosa e senza senso

E' come se la terra tremasse. Sembra di sentire le sirene. I boati. I crolli. Gli ultimi respiri dei bambini che sono morti insieme a tanti, troppi civili. Il pianto disperato che passa dagli occhi delle loro madri a quelli di tutti noi, annientati da ciò che accade in Ucraina, nel cuore di un’Europa che, soprattutto dopo la fine del conflitto nell’ex Jugoslavia, abbiamo a lungo immaginato impermeabile a guerre come quella che stiamo vivendo. Siamo ...

L'autonomia e l'emergenza sociale

Si dice sempre più spesso: si vede finalmente la luce in fondo al tunnel. Battuta amara: peccato che quella luce la stiamo già pagando a peso d’oro. Rispetto a pochi mesi fa, la bolletta pesa infatti su aziende e famiglie il doppio, se non il triplo. Ed è una luce in un certo senso artificiale, quella che si intravede: se è vero - e fortunatamente lo è - che i dati della pandemia ci dicono che la situazione, grazie alle tantissime persone che hanno ...


Il Paese di Sergio e quello di Amadeus sono in fondo lo stesso

L’Italia di Sanremo e l’Italia del Quirinale non sono diverse. La prima ha la forza e il grande merito di sollevare temi profondi con apparente leggerezza. La seconda sembra leggera anche quando è profonda. La prima fa cantare, ma anche - se non soprattutto - pensare. Ci riporta a un passato che ci è caro. Ma ci proietta contestualmente nel futuro, in quella che Mattarella chiama l’Italia moderna. Intesa come punto d’arrivo più che come dato di fatto. ...

Un presidente che riscopre il valore della parola dignità

Lui li strigliava. Loro lo applaudivano. Paradossi italiani. È vero che ad applaudire Mattarella (oltre 50 volte, praticamente ogni minuto) c’era il Parlamento che l’ha eletto, ma è anche vero che lui non è stato tenero nei confronti di chi lo ascoltava. Guardando già all’Italia del dopo emergenza («che dobbiamo disegnare e costruire tutti insieme, per renderla più forte»), s’è però rivolto prima di tutti agli italiani, il (ri)presidente. In particolare ...


Mattarella, una bella vittoria e una grande sconfitta

Hanno vinto il presidente che sembrava perduto e il buonsenso che sembrava perduto. Ha perso la politica: incapace di intese, di accordi alti, di rinnovamento, di reali connessioni con un Paese che è profondamente cambiato e che è stremato da una crisi sanitaria, economica e sociale che non ha precedenti. Più che l’elezione di un presidente (e l’implicita conferma dell’altro) quella che è uscita ieri sera dalle urne di Montecitorio è l’ennesima pagina ...