Parte il progetto Hope, screening e supporto a persone fragili e senza tetto



Un sostegno concreto per le persone più fragili, immigrati, senzatetto e cittadini in difficoltà economica e con malattie croniche. E' l'iniziativa 'Health as an Opportunity to Promote Equity - H.o.p.e', lanciata dalla Comunità di Sant'Egidio, in collaborazione con Boehringer Ingelheim presso l'ex ospedale San Gallicano a Roma. Tra le prestazioni a cui potranno accedere migliaia di "invisibili" senza fissa dimora privi di assistenza figurano screening cardio-nefro-metabolico con misurazione di glicemia, pressione arteriosa, peso corporeo e altezza per la diagnosi precoce delle principali malattie croniche, insieme a informazione e prevenzione dei fattori di rischio.

Nel 2022, l'Istat ha censito in Italia oltre 96mila persone senza tetto e senza fissa dimora: di queste poco meno di un quarto, risiede nell'Area metropolitana di Roma. Secondo uno studio condotto nello stesso anno dall'Osservatorio fio.Psd, nella Capitale solo il 63,2% delle persone senza dimora, in particolare cittadini comunitari ed extracomunitari, ha un medico di medicina generale di riferimento e, quindi, la possibilità di accedere alle cure mediche.

"È necessario creare sinergie forti con il welfare pubblico, ma oggi anche con il privato - spiega Stefano Carmenati, Amministratore Delegato della Comunità di Sant'Egidio- e le aziende che si occupano di salute rappresentano un sistema molto avanzato e propositivo su diversi settori". Tra le complicanze, secondo una recente indagine di CliCon, le interconnessioni cardio-nefro-metaboliche (Crm), che colpiscono quasi 11,6 milioni di persone, di cui 4,7 milioni hanno la co-presenza di più di 2,5 fattori di rischio cardio-renale-metabolico.

H.o.p.e. non è solo un progetto di screening, ma anche "un'opportunità concreta per migliorare l'accesso alla salute per chi vive ai margini del sistema sanitario - dichiara Giusi Lecce, Responsabile medico-scientifico dell'Hub Salute e Prevenzione Comunità di Sant'Egidio - Si basa su una prima fase di formazione e di informazione sul diabete, sull'ipertensione e sulle malattie croniche non trasmissibili, condotta da personale sanitario (infermieri e medici) e con la presenza di un mediatore culturale". Una seconda fase del progetto prevede poi "uno screening con la misurazione di alcuni parametri chiave, al fine di intercettare precocemente condizioni di rischio e avviare i pazienti a percorsi di cura appropriati", conclude.
   









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