Il caso

Lago di Garda, c’è il ricorso contro l’abbattimento dell’«Oliveto dei bambini»

Il destino dell’area verde Barum a Lazise sta dividendo i residenti, tanto che uno di loro ha deciso di ricorrere al Tar

LA STORIA Al posto dell’Oliveto i campi da padel


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. Quella denominata “Barum” era l’ultima area verde del centro cittadino di Lazise: ospitava anche il cosiddetto Oliveto dei bambini (come ne avevamo scritto lo scorso 9 marzo) che era una simpatica iniziativa adottata dal Comune: un olivo piantato e dedicato con tanto di targhetta ad ogni neonato di Lazise. Tutto sarà distrutto per far spazio ad un centro sportivo polivalente che si andrà a trovare tra residence ed appartamenti di lusso.

Un accostamento non molto felice, specialmente a livello di rumori, per i quali i residenti temevano ricorsi e contestazioni che avrebbero rallentato i lavori col rischio di un cantiere infinito.

Ovviamente la speranza era quella che il Comune facesse marcia indietro e rimettesse in discussione il destino dell’area.

Adesso è arrivato il primo ricorso al Tar. A presentarlo un abitante che contesta il cambio di destinazione da verde a commerciale.

La storia è breve. A fine anni Novanta venne costruita un’area residenziale che portò alla costruzione come opera di urbanizzazione secondaria, di un’area sportiva di circa 13 mila e 400 metri quadrati che dal 1998 è in concessione gratuita al Comune con l’impegno da parte della ditta costruttrice di edificare l’area ad uso sportivo. Area che di fatto non è mai stata sfruttata a pieno ed anzi in tempi recenti era anche diventata degradata, nonostante i tentativi di un mantenimento decoroso come nel caso dell’Oliveto dei bambini.

Quattro anni fa il Comune iniziò a verificare la possibilità di una nuova progettazione e dopo la pubblicazione del bando, nel 2020 i lavori furono aggiudicati alla Raquettes de Club di Sant’Ambrogio di Valpolicella, unica partecipante alla gara.

Da parte dell’amministrazione comunale di Lazise è prevista la cessione di 50 posti auto in esclusiva al momento dell’entrata in funzione del nuovo centro sportivo.

A far discutere, anzi a dividere proprio i cittadini tra favorevoli e contrari, è il progetto.

Tra i contrari c’è anche il cittadino di Lazise che ha presentato ricorso al Tar del Veneto contro la delibera 261 del 2021 con la quale il Comune ha ceduto per trent’anni alla società Raquetes de Club l’area degli impianti sportivi, in cambio di un canone annuo di 1.100 euro a fronte di una spesa complessiva quantificata in un 1 milione e 716 mila euro.

Il ricorso è prettamente a carattere amministrativo e si basa sul disposto dell’articolo 9 della convenzione di lottizzazione sottoscritta nel 1998 che impegnava il Comune “a non modificare la destinazione ad uso urbanistico dell’area e a non modificare le attrezzature indicate”.

Secondo il ricorrente il progetto non rispetterebbe questo obbligo ed anzi andrebbe a stravolgere del tutto l’area in questione con una realizzazione che metterebbe a rischio anche la quiete pubblica.

Da parte sua l’amministrazione comunale di Lazise ha già provveduto a nominare un avvocato per la costituzione in giudizio con una previsione di spesa pari a novemila euro, in pratica la cifra che andrà ad incassare per dieci anni di affitto; confermando nel contempo che non c’è la volontà di rivedere il progetto, ma solo quella di provare a portarlo a termine costi quel che costi.













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