il caso

Case di riposo, gli aumenti in Trentino fanno infuriare i sindacati: "Una mazzata per le famiglie"

I segretari di Cgil Cisl Uil attaccano: "La Provincia faccia marcia indietro" (foto tema Ansa)



TRENTO. “L’aumento delle rette delle Rsa sarà una mazzata per molti anziani e famiglie trentine che hanno un loro caro ospite in una casa di riposo". Lo scrivono in una nota i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che insieme a Claudia Loro, Patrizia Amico e Claudio Luchini segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati ricordano come l’anno scorso, viste le elezioni alle porte, l’esecutivo Fugatti congelò gli aumenti stanziando risorse proprie per appianare le perdite.

"Seppur consapevoli che l’aumento dei prezzi ha messo sotto pressione i bilanci di molte di queste strutture, riteniamo assolutamente inopportuna questa decisione e chiediamo all’assessore Tonina e alla giunta provinciale di fare marcia indietro perché in questo modo si fa cassa su chi già sta pagando pesantemente per il caro vita”, dicono, ricordando come “le difficoltà delle famiglie non sono cambiate, semmai si sono acuite. E gli aumenti delle rette possono arrivare fino a 90 eruro in più al mese.

"Ne ha preso atto anche il presidente ieri in aula nel suo discorso programmatico. Chiediamo coerenza con quelle parole. Non si possono fare scelte solo sul calcolo politico e decidere di non assumere scelte impopolari solo nell’orizzonte delle elezioni e poi mettere le mani nelle tasche degli anziani e delle famiglie quando ci si è appena insediati al governo”.

I sindacati, dunque, chiedono alla giunta di sospendere immediatamente il provvedimento e alzano il tiro: “Se veramente si vuole aiutare chi è più fragile e in difficoltà si dia seguito alla norma provinciale e si stanzino anche le risorse necessarie per adeguare all’inflazione l’assegno di cura”, concludono.













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