Acqua, una risorsa preziosa anche in Trentino
L’utlizzo dell'«oro blu» analizzato in un interessante convegno organizzato da Cia del Trentino
TRENTO. Di grande attualità come al solito il convegno annuale di Cia del Trentino: l’acqua come accumularla, conservarla e utilizzarla in modo sostenibile e razionale in tempi di forti cambiamenti climatici, era questo il titolo del convegno al quale hanno cercato di dare risposte tecnici e politici.
Il presidente della Cia Trentino, Paolo Calovi, in apertura dei lavoro ha auspicato la realizzazione e l’utilizzo di invasi per accumulare l’acqua ed ha concluso con un forte appello ad un uso responsabile di quello che è chiamato “oro blu”. Il convegno ha voluto affrontare il tema dell’uso responsabile delle risorse e della sostenibilità. Se da un lato la quantità di acqua è in calo, dall’altra si deve rispondere alle tante esigenze, non solo del settore agricolo (che rappresenta il 60-70% circa del consumo), ma anche di quelli civile ed industriale.
«È nostra responsabilità creare le condizioni affinché il sistema risponda alle sfide presenti superando con una nuova funzionalità l'approccio tradizionale», ha affermato Romano Masè, responsabile Dipartimento agricoltura della Provincia, riportando le cifre del cambiamento climatico in atto e della questione acqua in generale.
Non a caso l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli ha ribadito che «se vogliamo raggiungere risultati è necessario che tutti i soggetti del mondo agricolo lavorino con spirito coeso e collaborativo».
Da Bruxelles, l’euro deputato Herbert Dorfmann ha affermato che la prima linea del fronte è quella dell’irrigazione ricordando gli obiettivi del Farm to Fork che condiziona, e non poco, le politiche comunitarie. «Serviranno nuovi metodi di distribuzione che razionalizzano i consumi, consapevoli dei costi in aumento e della premialità verso chi consuma di meno».
Lorenzo Cattani, Direttore Federazione Consorzi irrigui e di miglioramento fondiario (oltre 200 aderenti) ha ricordato l’importante ruolo dei Consorzi irrigui e di miglioramento fondiario in un uso razionale dell’acqua per uso irriguo al punto che circa l’80% degli impianti consortili funzionano a goccia un primato in Italia.
«Questo bene non è infinito, e prendersi cura della sua salute è necessario per il bene di tutti» ha affermato il professor Agostino Cavazza, in rappresentanza della Fondazione Mach, evidenziando i percorsi che la Fondazione ha in atto, per sostenere un uso più razionale dell’acqua, grazie alla ricerca e alla sperimentazione di nuove tecnologie.
«L’acqua pulita nei paesi impoveriti», ha ricordato il presidente degli industriali Fausto Manzana, «ha salvato più vite degli antibiotici. Una corretta gestione di questo bene è di fondamentale rilevanza per la salute collettiva».
Dall’incontro è emersa più volte l’importanza dei sistemi di accumulo, che hanno una funzione non solo per l’agricoltura ma anche per tutti i soggetti che vivono nel territorio.
Siamo di fronte ad una svolta sul tema che richiede interventi coordinati e di lungo periodo perché il problema agricolo non può permettersi di inseguire i danni provocati da errate previsioni. Le risorse offerte dal digitale possono fornire straordinari strumenti per garantire un consumo intelligente e responsabile dell’acqua ma va governato in maniera coordinata e responsabile per non creare possibili divisioni tra i soggetti interessati.
In conclusione il presidente Calovi ha auspicato che «l’acqua sia trasparente, limpida, pura e per tutti, noi lo speriamo vivamente. Ecco, così deve essere anche la sua gestione anche sul nostro territorio come strumento fondamentale anche per l’alta qualità dei nostri prodotti». C.B.