il caso

Violazione della privacy in Comune a Bolzano: Caramaschi assolto, condannata una funzionaria

Per la Corte dei conti la dipendente non vigilò: dovrà pagare 4.200 euro



BOLZANO. La Corte dei conti, sezione di Bolzano, ha rigettato la domanda della Procura regionale, che chiedeva di condannare il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, al pagamento di 12.600 euro, liquidando in suo favore le spese legali (2.500 euro), mentre ha parzialmente accolto la domanda avanzata nei confronti di una funzionaria, condannandola al pagamento di 4.200 euro (anziché 6.300), più 260,96 euro di spese di lite.

Nel maggio 2021, il Garante della privacy aveva sanzionato il Comune per la violazione del Regolamento europeo e del codice della privacy, "avendo posto in essere trattamenti di dati personali dei dipendenti relativi alla navigazione in internet, in assenza dei presupposti e di idonea informativa, e adottato una modulistica per la fruizione del servizio di assistenza psicologica non conforme al quadro normativo in quanto prevedeva la conoscenza di dati personali sullo stato di salute dei dipendenti da parte dei soggetti delegati allo svolgimento delle funzioni datoriali".

Sanzione da 42 mila euro, per il periodo 2015-2019, la cui responsabilità amministrativa, secondo la Procura regionale, sarebbe stata da ricondurre a Caramaschi, in qualità di titolare del trattamento dei dati personali del Comune, e la funzionaria, responsabile dei procedimenti amministrativi in materia e, successivamente, privacy manager.

I giudici hanno accolto la tesi della difesa di Caramaschi, ritenendo "non sussistente il requisito della colpa grave", avendo il sindaco "confidato nell'operato del responsabile e degli incaricati e non potendo effettivamente essere chiamato a occuparsi in prima persona degli aspetti tecnici legati alla tutela della privacy". Hanno respinto, invece, quelle della difesa della funzionaria, in quanto ricopriva un ruolo che l'avrebbe obbligata ad "attivarsi per verificare la conformità della disciplina regolamentare interna al quadro normativo" oltre che a "un generale obbligo di vigilanza". Parzialmente accolta la richiesta di riquantificare il danno, tenendo conto "del lungo periodo di assenza dal servizio" della funzionaria, e dell' "apporto causale degli altri soggetti coinvolti".













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