Una città senza ostacoli per disabili e anziani
L’architetto Isabella Baviera sta preparando un progetto definitivo per eliminare le barriere architettoniche da marciapiedi ed edifici pubblici
ROVERETO. In città, la vita per i disabili - a volte - è davvero complicata e difficile. Quello che per noi, persone in salute, è un semplice gradino, una malformazione dell’asfalto nel marciapiede, per chi è anziano, ha problemi deambulatori o è un invalido ed è costretto a muoversi con la carrozzina elettrica è invece come una scalata sul monte Everest. Sono le cosiddette “barriere architettoniche”, invisibili per le persone in salute, infinite per chi si muove a fatica. Una legge nazionale, la 13 del 1989, chiede di farle sparire. Ed ecco che l’amministrazione comunale, attraverso il servizio territorio, ha deciso di rendere la città più “umana”, più confortevole anche per le persone anziane o invalide. In questi giorni, in città, armata di macchina fotografica Lucia Fogolari sta preparando un ricco dossier - «ho già scattato sessanta immagini eloquenti», ammette lei - che dovrà poi presentare all’architetto Isabella Baviera, incaricata dall’ingegner Luigi Campostrini, responsabile del servizio territorio, di preparare un progetto definitivo per eliminare le barriere architettoniche della viabilità pedonale cittadina.
Lucia Fogolari si muove per la città in carrozzina elettrica. Ogni giorno deve lottare soprattutto con la maleducazione dei ciclisti, che appena possono saltano sul marciapiede per evitare colonne di auto o semafori rossi. Poi vengono le buche e le irregolarità nell’asfalto. «La situazione è vergognosa - spiega - sui marciapiedi di via Dante i ciclisti con le loro tutine coordinate da sfoggiare sfrecciano veloci, senza badare ad anziani e bambini piccoli. Nei punti dove l’asfalto è irregolare invece non si fanno vedere». Ma in città, come siamo messi a barriere architettoniche? «Rovereto è messa malissimo, la pista ciclabile è fatta male e su alcuni marciapiedi sembra di passare sulle traversine del treno», spiega. La signora Fogolari, come altre associazioni che aiutano i disabili, sono state contattate per fotografare la viabilità cittadina. La situazione, a quanto pare, non è così edificante. Via Bezzi «è uno scandalo», via Benacense (dal Buonissimo verso la pizzeria Celeste) «è impraticabile», via Fogolari, Halbherr, Paganini, Paoli... L’elenco è infinito di marciapiedi e zone difficili per gli invalidi e le persone anziane, come lo stesso stadio Quercia. Come raccontato da Clara Lunardelli, in una lettera al nostro giornale, chi vive sulla carrozzina non può salire sugli spalti, per la mancanza di punti di accesso, ma deve restare a bordo campo, perdendo la fase «strategico-tattico» dell’incontro di calcio o di rugby. Ora il Comune corre ai ripari. E non è detto che anche al Quercia possa cambiare qualcosa, in positivo.
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