Trento: Oblivion, irresistibili "mattattori"

All'auditorium Santa Chiara due giorni di uno «show» da risate a crepapelle


Carmine Ragozzino


TRENTO. Il refrain è quello di quel Tozzi Umberto che di tormentoni fu un eroe. «Ti amo», dunque. Il testo è un po' più datato: «Quel ramo del lago di Como...». Parole di Manzoni Alessandro, detto Sandro. O meglio, gigionate di un gruppo di «comicattori» che in dieci minuti irresistibili riassumono i «Promessi sposi». Ad uso di Show e consumo delle ghiandole lacrimali. Sì, perché il troppo ridere, fa piangere. Con gli Oblivion va così: l'allegria è terapia.
«Oblivion Show» è lo spettacolo che giovedì, (ore 16), e venerdì, (ore 20.30), chiama il pubblico della prosa ad un inizio di 2011 distensivo, rilassante, divertente. Anzi, «seriamente» comico. Sì, perché l'avanspettacolo - questo è quello che propongono i cinque giovani «mattattori» - è arte nobile. E l'avanspettacolo rimane nobile, certamente da rivalutare alla luce delle odierne schifezze che la televisione irradia alla voce «varietà» - anche quando viene riveduto e corretto alla luce dei ritmi e delle sensibilità dell'oggi.
L'avanspettacolo vanta, infatti, una storia lunga e inimitata. Una storia nella quale i Cetra, i Rascel, i Chiari, le Scala e i Panelli erano monumenti.
A quei monumenti - ma anche al genio lungimirante di Gaber o alla follia devastantemente pionieristica dei Monty Python - Lorenzo Scuda, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Graziana Borciani, Fabio Vagnarelli, rendono un omaggio reverente e onesto. Un omaggio costruito sulla velocità del videoclip, scenette rapide ma non per questo meno intense, accattivanti, coinvolgenti.
Gli Oblivion, che vantano la regia eccellente di un altro comico in credito come Giole Dix, hanno divorato anni di musical e anni di canzonette. Digerendole anche nelle loro componenti più ostiche, le ripropongono in un crescendo esilarante che mette in luce tanto la bravura mimica quanto - e non è poco - un sorprendente impasto vocale.
Ed ecco allora la parodia che diventa vangelo per equilibrismi narrativi con largo uso di umorismo. Gli strumenti? Battute, a raffica, e musica. E una galleria di personaggi improbabili, (su tutti l'immigrato Rato) e di rimandi alle canzoni e ai loro interpreti: amore e sberleffo si intrecciano: Ranieri, Zucchero e, perfino, Vasco.
Un fenomeno curioso quello degli Oblivion. Sono campioni - e che campioni - di cliccamenti su You Tube. E dal web, da quella rassegna permanente di tutto quel che esiste e che il passaparola amplifica fino all'inverosimile, i cinque comicattori si sono materializzati sempre più spesso sui palcoscenici - (in Trentino grazie al Coordinamento teatrale che li ha inseriti nel cartellone periferico) - dimostrando un assioma tanto semplice quanto importante: davanti ad uno schermo ci si può sganasciare in solitudine, ma farlo seduti in una platea, accanto ad altri spettatori che condividono l'allegria, è certamente meglio.













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