SOSPETTA EUTANASIA A TRENTOGiovane muore all'ospedaleDue medici sotto inchiesta
La Procura di Trento ha iscritto sul registro degli indagati due medici del Santa Chiara ipotizzando il reato di omicidio volontario. L’inchiesta è volta ad accertare se il decesso di un ventenne sia stato in qualche modo "agevolato"
TRENTO. La procura della Repubblica ha iscritto sul registro degli indagati due medici del Santa Chiara ipotizzando il reato di omicidio volontario. L’inchiesta - avviata due giorni fa - è volta ad accertare se il decesso di un ventenne di origine bosniaca residente a San Michele all’Adige sia stato in qualche modo «agevolato» dalla somministrazione di alcuni farmaci da parte dei medici.
Selver Kurtalic è morto il 21 dicembre. Aveva solo 20 anni, ma la sua fine - purtroppo - era segnata da tempo. Fin dalla nascita Selver era affetto da una gravissima patologia che determina sui pazienti che ne soffrono delle gravi forme cancerogene che vanno a colpire gli organi interni, oltre a provocare conseguenze incurabili a livello cutaneo.
Da 18 anni il giovane bosniaco - arrivato in Italia insieme alla madre e alla sorella per seguire il padre, scappato alla guerra - aveva trovato nel reparto di pediatria dell’ospedale Santa Chiara una seconda casa. Entrato quando aveva due anni, Selver - di fatto - non ne era mai stato dimesso ufficialmente. La sua stanzetta riservata è rimasta sempre lì, un po’ isolata dagli altri per evitare infezioni alla pelle che nel suo caso sarebbero risultate devastanti. Tutti, genitori e medici, sapevano che il male era incurabile. Eppure quel ragazzo dallo spirito forte è riuscito a vivere una vita degna di questo nome, intrecciando rapporti con l’esterno, muovendosi (seppur su una sedia rotelle) e persino ottenendo il diploma all’Ipc di Mezzolombardo.
Piccoli passi per una persona sana, enormi soddisfazioni per chi - come Selver - poteva ringraziare per ogni giorno di vita in più. Se non fosse arrivato in Italia, se al Santa Chiara non lo avessero curato in modo così amorevole per diciotto anni, forse Selver sarebbe morto dieci anni prima. Per chi soffre della sua malattia un’infezione è sempre dietro l’angolo e le cure sono così invadenti che è difficile resistervi a lungo. Eppure al Santa Chiara il ragazzo aveva trovato un ambiente ideale e con lui i genitori che avevano ormai imparato a muoversi in pediatria come fossero a casa propria.
Il peggio tanto temuto è però arrivato nei giorni scorsi, quando le condizioni del giovane si sono aggravate. Lì, dentro la sua stanza, i medici lo hanno assistito con la stessa cura di sempre fino a lunedì scorso quando - dentro quella stanza - forse è successo qualcosa.
Il padre di Selver avrebbe chiesto di aumentare la dose di morfina per evitare al figlio di soffrire almeno nelle ultime ore di vita. I medici avrebbero acconsentito e forse questo (presunto) sovradosaggio sarebbe alla base del decesso.
L’intera cronologia degli eventi andrà ora ricostruita dai carabinieri del Nas, delegati alle indagini del pm Ferraro. Gli interrogatori di medici e infermieri sono già iniziati ed è stata sequestrata la cartella clinica del paziente. Per oggi è prevista l’autopsia. Anche l’Azienda sanitaria ha avviato una propria indagine interna