Scippa prostituta e scappa con la borsa
La giovane, una nigeriana di 21anni, ha cercato di resistere all’uomo, che l’ha spintonata sulle scale: ferite lievi
ROVERETO. Lei non si è spaventata quando ha visto avvicinarsi a piedi in via Abetone: è probabile che lo avesse preso per un cliente. Ciò che la giovane prostituta non si aspettava è che si trattasse invece di un malintenzionato, il quale la sera di lunedì l’ha affrontata cercando di strapparle la borsetta. La donna, una nigeriana di 21 anni, ha tentato in tutti i modi di resistere allo scippo e si è aggrappata alla sua borsetta, opponendo una strenua resistenza. Proprio in quel momento - erano circa le 23.30 - è passata un’auto e l’uomo alla guida, notando i due che strattonavano la borsa, ha chiamato il 113 facendo intervenire la pattuglia del commissariato di polizia. Gli agenti erano molto vicini e ci hanno messo pochi istanti per raggiungere il punto esatto, ovvero il tratto di via Abetone sui cui si affaccia il Leno Center. Intanto però l’uomo, descritto come un nordafricano magro e vestito in modo normale, a furia di strattonare aveva fatto cadere la giovane nigeriana sulla scalinata che mette in comunicazione la statale con il parcheggio del Leno Center. Gli agenti hanno fatto in tempo a seguire con lo sguardo il giovane magrebino, che di gran carriera ha percorso la passerella di metallo verso la piscina comunale e ha poi svoltato, sempre correndo, sulla passeggiata di Lungo Leno Destro in direzione del centro. I poliziotti lo hanno rincorso, ma giunti davanti all’officina Trinco lo hanno perduto di vista.
La giovane è stata così accompagnata in ospedale per essere medicata. Nella caduta si era sbucciata gomiti e ginocchia, nulla di grave in sé. Poi, con molte difficoltà dato che la giovane non parla italiano, gli agenti si sono fatti raccontare l’accaduto. Lei ha descritto il suo aggressore, spiegando che nella borsetta aveva qualche effetto personale e 50 euro. È poi emerso che la ragazza, perlomeno in base alle generalità fornite al commisariato, sarebbe clandestina. Così le è stato consegnato l’invito a presentarsi alla questura del luogo di residenza - lei ha dichiarato di abitare a Verona - per regolarizzare la propria posizione. Improbabile che la ragazza si sia precipitata alla questura veronese con la prospettiva di venire espulsa come clandestina. Tuttavia questo documento vale come precedente: se la ragazza incappasse in un altro controllo, le verrebbe notificato un decreto di espulsione. Rimane però un dato di fatto paradossale che a pagare, seppure per altri motivi, sia la parte debole, cioè una donna che viene aggredita e derubata, mentre l’uomo che l’ha rapinata gira indisturbato a piede libero.