Scavi archeologici al via sull’altopiano di Vezzena

La Provincia ha autorizzato le ricerche nella zona che circonda Malga Palù Ad occuparsene saranno i tecnici del Museo di scienze naturali di Trento


di Antonio DeCarli


LEVICO TERME. Dopo alcuni ritrovamenti segnalati ancora nel 1997 la zona di Malga Palù diventa luogo interessante per ricerca e scavo archeologico. Sandro Flaim dirigente della Soprintendenza dei beni architettonici e archeologici della Provincia ha determinato di concedere per il 2013 il rilascio, per quanto di competenza in materia di tutela e conservazione del patrimonio archeologico del Trentino, della concessione di ricerca e scavo archeologico a Michele Lanzinger, direttore del Museo delle scienze di Trento. Una delle condizioni poste è quella di attenersi alle disposizioni di legge relative alla ripartizione e destinazione dei reperti.

Vezzena si pone come un interessante campo di indagine paletnologica e paleoambientale per le cronologie antiche, in particolare per l’Epigravettiano recente. Sono già stati rilevati 5 siti epigravettiani all’interno di un sistema di occupazioni umane articolato principalmente sulle testate della Val d’Astico e Val d’Assa e legato essenzialmente alla presenza di antichi bacini lacustri, riconducibili alle attuali zone umide e torbiere. Le evidenze insediative sono distribuite in una fascia altimetrica compresa tra i 1.070 ed i 1.380 metri. E ritrovamenti casuali sono stati le recenti prospezioni condotte nell’interessante zona umida di Malga Palù vicino al Passo Vezzena. Con il proseguimento delle indagini condotte a vari livelli, le documentazioni archeologiche concernenti la frequentazione epigravettiana sugli altopiani potranno offrire straordinarie occasioni per lo studio delle dinamiche comportamentali, dello sfruttamento del territorio e delle modalità di frequentazioni nel Tardoglaciale delle Alpi Centro Orientali. Lo studio dell’archeologia della Valsugana è stato sempre interessante per archeologi e Levico riveste sempre un ruolo di primo piano per i vari ritrovamenti celti e romani.

A tal proposito qualche anno fa l’ex consigliere comunale Massimo Cazzanelli, ricercatore universitario ma conosciuto anche come appassionato di storia e di archeologia, sosteneva che «sono molti i reperti archeologici ritrovati a Levico; alcuni sono finiti nelle collezioni private dei ricercatori, altri sono finiti i musei anche oltre confine». E proponeva «di valorizzare subito con pochissima spesa le località dove sono avvenuti i ritrovamenti sistemando pannelli/totem descrittivi a cura del Comune e della Soprintendenza».

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