S. Chiara, restyling «green» d’autore 

Il Centro culturale si rifà il look con i vecchi cartelloni riciclati: un’idea di Burnazzi Feltrin Architetti per una nuova estetica


di Sandra Mattei


TRENTO. Il Centro servizi culturali Santa Chiara, antico convento e già sede del vecchio ospedale, si veste di un nuovo, multicolore aspetto. Un progetto affidato ad uno studio di giovani architetti, Burnazzi e Feltrin, che hanno proposto un’idea nello stesso tempo accattivante nell’estetica, ma anche ecosostenibile. Gli architetti hanno vinto la gara indetta dal Centro per dare un nuovo, più dignitoso aspetto all’edificio ed agli spazi circostanti, che negli ultimi anni hanno subito un degrado progressivo. Il complesso che prima ospitava la facoltà di Lettere e la biblioteca annessa, dopo il trasferimento nella nuova sede di via Tomaso Gar, ha subito una brusca assenza di frequentazione che ha favorito la presenza di un giro di persone dedite allo spaccio ed all’uso di droghe (vedi articolo in basso, ndr.).

Ora, con l’idea proposta dallo studio Burnazzi Feltrin Architetti, si cerca di conferire all’edificio un percorso funzionale, con un’immagine identitaria e una nuova segnaletica. Per il restyling dell’edificio sono stati utilizzati i manifesti degli spettacoli, che il Centro aveva salvato, tagliandoli a strisce di 16 centimetri e ricollocandoli in modo apparentemente casuale. «L’idea è piaciuta subito - esordisce l’architetto Davide Feltrin - anche alla Soprintendenza dei Beni architettonici, che ha autorizzato il progetto. Si tratta perciò di un’operazione che ricicla materiale già utilizzato, dandogli una nuova vita, ma che ha anche una valenza estetica, perché i pannelli così collocati hanno un impatto di sicuro effetto sul fruitore. In questo modo si dà un aspetto unitario anche al percorso del Centro Santa Chiara, dall’entrata di via Santa Croce, al porticato, passando per l’entrata al foyer, fino ad arrivare a quella di via Piave». I lavori, dalcosto di 40 mila euro, sono stati affidati alla ditta Nord Studio di Trento e consistono nell’applicare le strisce dei cartelloni in dibond (pannelli di alluminio e polietilene) rivestendo così l’ingresso, il porticato che porta agli uffici, l’entrata dell’Auditorium e l’isola ecologica su via Piave. L’operazione prevede anche il riallestimento della segnaletica che pubblicizza gli spettacoli e fornisce materiale, come volantini e programmi.

«Saranno rifatti i totem - precisa Feltrin - che erano posizionati all’ingresso su via Santa Croce: saranno otto, più grandi dei precedenti e, oltre ai primi due che illustreranno le attività del Centro servizi culturali, gli altri presenteranno gli spettacoli proposti dai cinque teatri del Centro. Sono l’Auditorium, il Cuminetti, il Sociale, Sanbapolis e il Melotti di Rovereto. Ci saranno inoltre delle “tasche”nel portico per i volantini, e delle nicchie sulle colonne davanti all’Auditorium, dove appendere i cartelloni degli spettacoli. Ci saranno anche le indicazioni che portano agli uffici». Nella presentazione del progetto, si legge: «La storia recente di questo luogo è raccontata dalle centinaia di cartelloni recuperati che raccontano la narrazione attuale, della quale i personaggi principali sono gli abitanti del quartiere e coloro che frequentano il Centro. L'allestimento parla alla mente e al cuore, vuole suscitare emozioni. I colori dei pannelli vengono registrati per primi nell'esperienza di questo spazio. Di notte la luce a led lineare valorizza le volte del portico». Ricordiamo che l’area del Santa Chiara è compresa nel progetto Open Lab grazie al contributo di 18 milioni del governo per la riqualificazione di aree urbane. Diviso in otto lotti, uno dei quali prevede il restauro dell’ex mensa che ospiterà l'urban center, la sede degli ordini professionali, un centro culturale per giovani con aree per il co-working e sale conferenze.













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