Muse, lavoratori pronti alla mobilitazione
La Cgil contraria a contratti con privati. La direzione: la professionalità è salvaguardata
TRENTO. Sono pronti a mobilitarsi per manifestare la loro contrarietà all’accordo tra la Provincia e la direzione del Muse che vede i collaboratori e le collaboratrici del Museo di scienze penalizzati sia per quanto riguarda l’inquadramento economico che per la loro professionalità. Lo annuncia in un comunicato il segretario della Cgil Nidil, Gabriele Silvestrin: «Parliamo di un centinaio e più di collaboratori che sono stati, e saranno, pur in altra condizione contrattuale, il concentrato di energia, di spirito innovativo e di partecipazione genuina, su cui il Muse ha potuto svilupparsi e consolidarsi. Il bando li riporta a una concezione di operatori museali anacronistica, vecchia, distante dalla effettiva realtà in cui lavorano e che hanno contribuito a costruire. E non tiene conto come dovrebbe della loro professionalità».
Un bando la cui genesi non era partita nel migliore dei modi vista l’intenzione dell’assessorato alla Cultura a inquadrarli all’interno del contratto nazionale delle Cooperative sociali anziché di Federculture, naturale e ovvio contesto di riferimento. Tentativo bloccato grazie all'opposizione dei lavoratori. Solo nel momento in cui è stato pubblicato il bando, ci si è resi conto che quanto concordato con il sindacato non era stato recepito nel testo. I sindacati, precisa Silvestrin, non hanno potuto avere un confronto reale e ci si è ritrovati nell’impossibilità di contestare un inquadramento giuridico mai contemplato.
Un bando, continua Silvestrin che li consegna ad un datore di lavoro privato, che sfrutterà nel proprio interesse i lavoratori. Per la direzione del Muse le affermazioni della Cgil sono prive di fondamento. In una notaspiega che l’affidamento esterno dei lavoratori ha garantito «a tutti i collaboratori (selezionati peraltro per curriculum e non con procedure concorsuali) la prosecuzione del rapporto di lavoro con il nuovo soggetto, grazie a una specifica clausola sociale prevista nel bando». Ricordando che a oggi i collaboratori non hanno alcun inquadramento contrattuale di riferimento, afferma che l’inquadramento previsto dal bando non penalizzerà alcuna professionalità. Esso è assolutamente in linea con le mansioni svolte attualmente e che verranno richieste in futuro dal soggetto vincitore della gara. E il livello economico previsto è, infatti, ampiamente superiore all’attuale.