Malagò: sbaglia chi giudica prima delle controanalisi

Prudente il presidente del Coni: «Vicenda pazzesca, comunque vada a finire» Per il nuotatore Magnini «i controlli hanno un senso solo se si fanno subito»


di Marco Marangoni


BOLZANO. Il caso della nuova positività di Alex Schwazer è arrivato anche al Quirinale. Quella di ieri doveva essere la festa dello sport azzurro in partenza per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, doveva essere il giorno della celebrazione di Federica Pellegrini e Martina Caironi che hanno ricevuto il tricolore dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutto si è svolto secondo protocollo, ma al rompete le righe tutti parlavano solo di Schwazer. Il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò ha cercato di analizzare tutti i possibili scenari. «Se la notizia fosse vera, se Alex Schwazer fosse recidivo, sarebbe una notizia di una gravità pazzesca. Se invece ci fosse dietro qualcosa di diverso, sarebbe altrettanto pazzesco. Chi giudica oggi però sbaglia. Bisogna capire come stanno realmente le cose, bisogna attendere le controanalisi». Anche secondo Malagò sembrano esserci alcune incongruenze, visto che l’analisi di gennaio risultata negativa mentre a maggio lo stesso campione è positivo. «È lecito porsi il dubbio, ma di contro c’è la famosa tecnologia con la storia dei ladri che studiano sistemi sofisticati e le guardie che si adeguano. Di recente, ad esempio, sono state annullate medaglie olimpiche assegnate nel 2008 perché grazie alle nuove tecnologie alcuni campioni di sangue prelevati a Pechino sono stati trovati fuori norma. Nel caso Schwazer sono passati cinque mesi e mezzo e il discorso può essere difficilmente comprensibile, ma tecnicamente ci può stare».

Festeggiata e applaudita Federica Pellegrini ha precisato che «non è la nazionale ad essersi macchiata, ma Schwazer». La nuotatrice veneta nel dirsi «nè triste nè arrabbiata» ha aggiunto che «in caso di anabolizzanti serve la radiazione a vita anche al primo controllo e su questo molti atleti concordano con me». Più cauto Filippo Magnini. «In questa storia c’è sicuramente qualcosa di strano, perché un'analisi fatta cinque mesi fa poi viene ritestata: la vicenda non è chiara e non è escluso che possa emergere ancora qualcosa di strano. I test hanno un senso se si fanno subito e non dopo tanto. Obiettivamente può anche essere che le provette possano essere manomesse».

Singolare la vicenda, che fa riflettere anche sulla vicenda Schwazer, del blitz della Iaaf che voleva effettuare all’interno del Quirinale un test antidoping alla marciatrice azzurra Elisa Rigaudo. L’ignaro ispettore tedesco si è presentato al Colle. Ovviamente il medico non è potuto entrare perché per varcare uno dei portoni serve un accredito preventivamente rilasciato. Sono rimasti spiazzati anche gli uomini della sicurezza, che non certo abituati a visite di questo tipo.

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