Fannulloni, Mazzalai con Marcegaglia

Il presidente: «Nessun sindacato credo voglia difendere ladri e assenteisti»


Jacopo Tomasi


TRENTO. La già caldissima trattativa sulla riforma del lavoro è resa ancor più incandescente dalle dichiarazioni della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. «Vorremmo un sindacato che non protegge assenteisti cronici, ladri e quelli che non lavorano», ha detto. Parole che hanno avuto effetti - inevitabili - anche in Trentino: critico Burli, in sintonia Mazzalai.

Il presidente di Confindustria del Trentino, Paolo Mazzalai, si allinea alla collega Emma Marcegaglia. «La sua affermazione mi sembra assolutamente condivisibile. È una tautologia. Non credo ci sia nessun sindacato che voglia proteggere ladri ed assenteisti o chi non fa il proprio lavoro». Dopo la frase shock, la presidente nazionale di Confindustria ha fatto una sorta di marcia indietro e anche il presidente trentino ci tiene a ribadire l'importanza di un rapporto solido tra sindacati e imprenditori (che fortunatamente nella nostra provincia è realtà). «C'è un grande rispetto per il lavoro del sindacato e c'è bisogno di un rapporto costruttivo soprattutto in un momento delicato come questo. La riforma del lavoro all'oggetto del governo Monti è ritenuta da tutti necessaria, ora è importante trovare un giusto equilibrio tra le diverse posizioni per tutelare da una parte i diritti dei lavoratori e dall'altra garantire lo sviluppo economico del Paese. L'Italia - prosegue Mazzalai - senza l'industria non va avanti e l'industria non va avanti senza i lavoratori, quindi è necessario che le due componenti vadano d'accordo».

Insomma, nessuna polemica incandescente. Per il numero uno di Palazzo Stella si è trattato di «una tempesta in un bicchier d'acqua» ed è ottimista che alla fine si troverà una soluzione equilibrata «anche perché una sintesi va fatta per forza». Di diverso avviso Paolo Burli, segretario generale della Cgil del Trentino, convinto che quella della Marcegaglia sia stata una caduta di stile che potrà avere effetti negativi sulla trattativa per riformare il lavoro in Italia. «Sono state dichiarazioni sopra le righe ed offensive nei confronti del sindacato. A mio avviso sono frutto di tensioni interne a Confindustria perché non credo sia un caso che il giorno stesso di queste dichiarazioni Sergio Marchionne abbia rilasciato un'intervista nella quale ha dichiarato che se vincerà la linea Bombassei anziché quella di Squinzi per la succedere alla Marcegaglia, allora la Fiat sarà pronta a rientrare in Confindustria. Sono quindi dichiarazioni verso l'interno più che verso l'esterno, ma rischiano comunque di compromettere una trattativa già delicata di per sé. Se si vogliono fare le cose perbene - conclude Burli - dare fuoco alle polveri e incendiare i rapporti non credo serva alla causa».

Il confronto sul lavoro resta dunque serrato e ciò che accade a livello nazionale avrà inevitabili riverberi in Trentino, dove i rapporti tra sindacati e datori di lavoro sono più distesi. Quando si parla di "fannulloni", però, gli animi si surriscaldono com'è accaduto in questa occasione. L'importante è non compromettere una trattativa dalla quale dipende il futuro del Paese.













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