CracTanzi, indagato il gallerista roveretano Dal Bosco
La Procura di Parma lo accusa di concorso in bancarotta fraudolenta
ROVERETO. Il gallerista roveretano Paolo Dal Bosco e la sua segretaria e amministratrice Giovanna Delanna, che collaborava con lui nella galleria Improvvisazione Prima sono indagati dalla Procura di Parma per concorso in bancarotta fraudolenta per distrazione fondi. L'inchiesta è quella sul crack Parmalat, Dal Bosco avrebbe acquistato dipinti pregiati da Callisto Tanzi incassando denari dall'azienda, anzichè dal titolare. Il nuovo filone d'indagine sul "tesoretto" di opere d'arte della famiglia Tanzi era iniziato due anni fa. Ieri ai legali del gallerista roveretano Paolo Dal Bosco è stata notificata la chiusura delle indagini, anche perchè Dal Bosco e la sua collaboratrice Giovanna Dellana figurano tra gli indagati per concorso in bancarotta fraudolenta. Secondo il procuratore parmigiano Gerardo Laguardia, il capitale di ben 112 opere d'arte sequestrate dal Nucleo tutela patrimonio artistico dei carabinieri e della Finanza - tra le quali dipinti di Van Gogh, Picasso, Monet, Manet, Matisse e altri "pezzi da 90" dell'arte - ammonta a circa 28 milioni di euro. Il valore è stato stabilito per difetto da un'"expertise" ordinato dalla Procura emiliana, che oltre a Tanzi e alla moglie Anita Chiesi ha iscritto sul registro degli indagati anche il genero Stefano Strini (il marito della figlia Laura Tanzi, accusato di ricettazione), il gallerista dal Bosco e la sua assistente Giovanna Dellana. In ballo ci sono i quadri, comperati da Tanzi a partire dagli anni'90, quando il patron di Parmalat era considerato l'uomo più ricco d'Italia, e che l'imprenditore avrebbe pagato con fondi dell'azienda. Quelle opere, dapprima appese alle pareti di villa Tanzi a Vigatto, sarebbero spariti dopo la bancarotta del 2003. Sarebbero riapparsi due anni fa con i primi sequestri della Finanza e in quell'occasione, sotto le feste di Natale del 2009, Dalbosco (fotografato nell'ottobre 2008 in un servizio pubblicato in seguito sul rotocalco Oggi mentre trasporta nella sua auto tre quadri aiutato da Tanzi), il gallerista roveretano venne ascoltato dagli inquirenti per chiarire la propria posizione. Secondo la Procura di Parma, Dal Bosco sarebbe stato al corrente della provenienza dei fondi e avrebbe dunque collaborato a distrarre fondi (si parla di almeno sette miliardi delle vecchie lire) attraverso fatture false, finte consulenze, prestiti mai rimborsati e un esorbitante conto valori bollati. Sentito ieri, il legale di Dal Bosco, l'avvocato Andrea Tomasi non ha molto da dire: «Prima di commentare dobbiamo recuperare l'incartamento delle indagini».
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