Afro, il revisionista dell'astrattismo
Aperta al Mart la mostra dedicata al grande artista italiano in occasione dei 100 anni dalla nascita
ROVERETO. Il Mart di Rovereto presenta, in occasione dei cento anni dalla nascita di Afro Basaldella (Udine 1912 - Zurigo 1976), per la cura di Gabriella Belli con Margherita de Pilati e la Fondazione Archivio Afro, un'esposizione che raccoglie le opere realizzate dall'artista durante quello che viene considerato uno dei periodi più intensi della sua produzione pittorica. La mostra aperta contemporaneamente a quella di Gina Pane, documenta e presenta al pubblico il "periodo americano" (1948-1968), nel quale il pittore collaborò con gallerie e istituzioni americane, vivendo negli Stati Uniti e raccogliendo grandi successi che pongono le basi di una duratura notorietà internazionale.
Nel 1948 Afro veniva presentato alla gallerista Catherine Viviano che stava per aprire uno spazio espositivo dedicato all'arte contemporanea italiana sulla East 57th Street di New York.
Desideroso di evadere da una scena nazionale di cui avvertiva tutto il conformismo, Afro stava frattanto sperimentando una personale revisione di cubismo, surrealismo e metafisica attraverso una pittura astratta che rifiutava di prendere posizione fra i gruppi di tendenza attivi in Italia, cercando invece di aprirsi al confronto con un ambito internazionale. La mostra comprende 39 opere provenienti da collezioni pubbliche americane, canadesi e brasiliane importanti per la vicenda dell'artista, ma poco o addirittura mai viste in Italia.
A New York, nel gennaio del 1950, Afro esponeva alla mostra "5 Italians Painters" alla Catherine Viviano Gallery insieme a Corrado Cagli, Renato Guttuso, Ennio Morlotti e Armando Pizzinato; il 15 maggio dello stesso anno, l'artista allestiva la sua prima personale Oltreoceano.
Va notato che già l'anno precedente Afro è presente nella mostra "XXth Century Italian Art", organizzata da Alfred Barr e James Thrall Soby al MoMA di New York, evento che, come scrive Rosemary Stewart Ramsey in catalogo, "mirava a mitigare i pregiudizi verso una scena artistica apparentemente provinciale e a costruire ponti con una nazione non più nemica attraverso la diplomazia culturale e un mercato artistico che stava ritrovando slancio".
Ma sono le mostre presso la Viviano Gallery a consacrare Afro; "5 Italian painters" è recensita favorevolmente dalla critica Aline B. Loucheim sul New York Times, ed il giudizio riservato ad Afro è nettissimo: "Afro è il più sereno dei cinque. Il trattamento astratto di temi come la 'Sfinge' e 'San Martino' possiede una qualità poetica, una rara dignità. Il blu-nero inchiostro e i tenui rosa lampone evocano i mistici passaggi cromatici di un affresco di Piero della Francesca. Tutto questo rimanda, ovviamente, alla Scuola di Parigi. Ma presenta personali tratti di vivacità, vigore, letizia e un'irresistibile concentrazione sulla pura bellezza visiva." Alcune delle venti opere esposte nella personale di maggio, realizzate fra il 1948 e il 1950, sono in seguito acquistate da importanti musei americani, come la Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, la Barnes Foundation di Philadelphia e il Cincinnati Museum of Art.
La mostra roveretana documenta estesamente questo snodo fondamentale della pittura di Afro, con opere come "Concertino", "La Dormeuse", o "Dispetto" (tutti del 1948). "Dispetto", in particolare, è un'opera importante, perché, come nota Adrian R. Duran nel testo in catalogo, "rivela la persistente influenza di Picasso, disponendo le forme centrali su uno sfondo liberamente geometrico, elaborato con ampie pennellate". Nel 1955 Afro diventa uno degli artisti italiani più noti negli Stati Uniti, come testimonia la sua partecipazione alla grande collettiva del MoMA "The New Decade: 22 European Painters and Sculptors" ove vengono presentate le principali tendenze dell'arte non figurativa europea. La mostra resterà aperta fino all'8 luglio.