È tornato il trenino della Val di Fiemme 

Serata amarcord al cinema di Predazzo dove è stato proiettato il documentario di Luis Walter



PREDAZZO. A 100 anni di distanza da quel 18 gennaio 1918, quando la prima carrozza del trenino proveniente da Ora arrivò alla stazione di Predazzo, è tornato a sbuffare il trenino della valle di Fiemme, ma solo sullo schermo del cinema teatro comunale di Predazzo, dove il Comune ha organizzato una serata commemorativa per celebrare l’importante centenario con la proiezione del documentario “Un tram per il fronte delle Dolomiti: l’avvincente storia del trenino per Fiemme Ora-Predazzo (1891-1963)” nella versione italiana promossa da Raffaele Zancanella, già presidente della Comunità territoriale di Fiemme, e prodotto e diretto da Luis Walter. L’assessore Giovanni Aderenti ha ricordato nel saluto iniziale la prossima sistemazione della stazioncina dell’architetto Ettore Sottsass senior che diventerà parte integrante della nuova biblioteca.

Il film, molto apprezzato dal numeroso pubblico presente e disponibile in dvd nelle versioni in italiano e tedesco, racconta con molte fotografie e spezzoni di film “alcuni trovati per caso” ha ricordato l’autore, la costruzione della ferrovia nel bel mezzo della Grande Guerra dopo che per venticinque anni Trento e Bolzano s’erano scontrati sul tracciato migliore. Lo scoppio del conflitto ha accelerato la scelta e in 2 anni il primo convoglio è arrivato nella piana di Predazzo.

Come è nata questa idea, ha chiesto il conduttore della serata Mario Felicetti al regista Luis Walter che ha rispolverato i suoi ricordi infantili legati al passaggio del treno vicino a casa sua a Villa di sopra. «Ricordo che Rolando Cembran, autore del libro “Un binario per Fiemme” da cui è stato tratto il docufilm, mi raccontava venendo sempre nel mio ristorante, che nessuno voleva stampare il libro. Gli ho detto di andare da Durnwalder alle 6 di mattina», ha commentato Luis Walter che, tra l’altro, si è simpaticamente giustificato per aver fatto il narratore della versione italiana nonostante la sua spiccata pronuncia sudtirolese, «perché non ho trovato nessun altro». «A Genova, dove nel ’63 sono arrivate le carrozze dal val di Fiemme sul tratto Genova-Caselle – il commento di Paolo Corrà - è tornata una delle motrici sistemata come nel ’63, biancoazzurra con la scritta Fvf». Massimo Girardi, instancabile factotum di Transdolomites, ha ricordato che 4 carrozze torneranno a Ora per essere utilizzate sul percorso del museo all’aperto che si sta progettando sul tracciato della vecchia ferrovia, a Ora, Montagna, Castello e Predazzo, anche se il presidente di TRansdolomites guarda già ad un progetto ancor più ambizioso: un museo dei trasporti da realizzare a Ora con materiale proveniente da tutto l’arco alpino. La sindaca Maria Bosin, sottolineando la sensibilità di Walter nel raccontare anche il dramma della guerra e il ruolo delle donne e dei prigionieri (un quinto dei quali morti nella realizzazione dell’opera), ha ricordato che oltre, alla stazione/biblioteca, ci sarà anche l’apertura del ponte in ferro sul Travignolo per pedoni e bici. (f.m.)













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