Mosaner replica alle accuse di Molinari

riva. «Mancato passaggio di consegne a Santi? C’è stata una mancanza di comunicazione reciproca»: liquida così, l’ex primo cittadino Adalberto Mosaner, le accuse lanciate dal suo predecessore (e...


MATTEO CASSOL


riva. «Mancato passaggio di consegne a Santi? C’è stata una mancanza di comunicazione reciproca»: liquida così, l’ex primo cittadino Adalberto Mosaner, le accuse lanciate dal suo predecessore (e inizialmente candidato sindaco del polo civico autonomista) Claudio Molinari riguardo a quanto (non) avvenuto lunedì 5.

Mosaner, Molinari si è detto “mortificato” per non averla vista presentarsi in municipio per le consegne al nuovo sindaco, alludendo a un mancato rispetto nei confronti dell’istituzione e della città. Come risponde?

«Leggendo le cronache di quel lunedì – replica l’ex vice dell’ex sindaco-senatore – pare che la nuova sindaca fosse in municipio già di buon mattino. Considerando che il seggio centrale, quello per la proclamazione ufficiale, era convocato per le 14, l’auspicio è che nel momento in cui ha preso possesso del mio ex ufficio e ha chiesto la fascia tricolore alla segretaria Santi fosse già stata formalmente proclamata sindaco. Qualcuno (Molinari, ndr) ha detto che “l’istituzione viene prima di tutto e la forma, in essa, tante volte è sostanza”. Ecco, direi che questo vale per tutti. “Qui sine peccato est vestrum, primus lapidem mittat (chi è senza peccato scagli la pietra per primo, ndr)”».

Molinari, che d’altra parte all’epoca era nel suo stesso schieramento, ha sottolineato di averle invece consegnato personalmente la fascia.

«Me lo ricordo perfettamente. Era il 17 maggio alle 17.17, alla faccia della scaramanzia. In quel caso però ero stato io, sindaco subentrante, a chiamare per concordare il passaggio. Stavolta invece c’è stata una mancanza di comunicazione. Diciamo una mancanza di comunicazione reciproca. Nient’altro che giustifichi delle accuse, peraltro a scoppio ritardato».

Molinari ha fatto anche appello al rispetto reciproco e a una tregua nei rispettivi attacchi, a una sorta di pacificazione per il bene della città e della comunità. Come commenta?

«Io non ho più parlato dal giorno delle elezioni, giorno in cui ho telefonato alla nuova sindaca per congratularmi e ho pubblicato un messaggio di ringraziamento agli elettori. La campagna elettorale è finita. Ora bisogna cominciare a lavorare della città. Certo, dipende sempre da come uno ha in mente di lavorare. E non può esistere il rispetto a senso unico. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità».

Conferma che sarà in Consiglio nell’insolita veste di consigliere di opposizione?

«Certo. Del resto, l’ho fatto anche in passato. Il dato elettorale ha sancito che moltissimi cittadini, quasi la metà al ballottaggio, hanno riposto la propria fiducia nella nostra coalizione e questa fiducia va onorata portando in Consiglio le nostre istanze e i nostri valori. Dobbiamo guardare avanti, molte sfide ci attendono. Certo, con i soli strumenti in mano alle minoranze».

Sarà capogruppo del Pd?

«Me lo hanno chiesto. Valuteremo assieme. C’è ancora tempo. Così come ci sarà tempo di evidenziare le molte differenze tra noi e la nuova amministrazione».













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