Ciclovia, le 800 foto degli ambientalisti
A fine mese si terrà un convegno per illustrare le criticità. Paolo Matteotti: «Faremo delle proposte per migliorare l’opera»
RIVA. «Il tracciato fra Limone e Riva racchiude diverse criticità sotto il profilo ambientale, naturalistico ma soprattutto paesaggistico. Ecco perché vogliamo apportare le necessarie migliorie al progetto della ciclabile del Garda. Ma nessuno intende fare la guerra a quest’opera, almeno non è nelle mie intenzioni». Anche Paolo Matteotti fa parte del fronte ambientalista impegnato ad evitare che la realizzazione della ciclopista a sbalzo sulle sponde del Benaco, operazione tra le più ambiziose ideate finora non solo in Trentino, si trasformi in un boomerang per l’impatto che potrebbe avere sul delicato ecosistema gardesano. L’ex sindaco di Riva - così come ha fatto ieri, sempre su queste colonne, il fratello Pietro, ingegnere, docente e già vicesindaco - interviene nel dibattito con cognizione di causa, in virtù della sua lunga esperienza amministrativa e della professione di agronomo forestale che esercita da molti anni, anche come docente. «Il tracciato trentino della pista ciclabile – spiega Matteotti - va a toccare alcuni punti particolarmente delicati dove le soluzioni si prospettano tutt’altro che facili, se vi vuole evitare di provocare dei danni. Per fortuna l’approccio della Provincia di Trento è differente da quello del Comune di Limone che è comprensibilmente molto interessato a far sì che la ciclabile arrivi a compimento il prima possibile. In Trentino si è deciso di ridurre i metri di pista a sbalzo sul lago riutilizzando, invece, molte delle vecchie gallerie già esistenti, soprattutto nel tratto che da Riva conduce allo Sperone. Il problema, più che altro, si pone da lì in avanti, dallo Sperone al Ponale, dove la soluzione è oggettivamente molto complicata da trovare e dove occorre fare grande attenzione».
A fine mese (la data individuata è il 26 gennaio, il luogo è ancora da stabilire) il Coordinamento ambientalista dell’Alto Garda organizzerà un incontro aperto a tutta la cittadinanza per discutere del progetto e delle sue criticità. Tra i relatori lo stesso Matteotti ad altri esperti. Verranno invitati anche gli amministratori di Comune, Comunità di Valle e Provincia. «Metteremo a disposizione della gente le 800 foto che abbiamo scattato, assieme al fotografo Salvi, in alcuni sopralluoghi a bordo del battello - sottolinea Paolo Matteotti - foto che servono a fissare per sempre la situazione attuale, testimonianza storica di ciò che c’è in ballo. Ma illustreremo anche le nostre proposte alternative, non solo quella del “ferry bike” che è già uscita allo scoperto, che abbiamo presentato alla Comunità di Valle e alla Provincia trovando la disponibilità a ragionare assieme e senza alcuna ostilità. Non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di una ciclabile pertanto, almeno a mio modo di vedere le cose, non devono esserci, e non ci sono, delle pregiudiziali nei confronti di quest’opera. Esistono, però, degli aspetti e delle problematicità che vanno discussi e quindi risolti». Matteotti, però, ci tiene a precisare un aspetto che non è secondario: «La ciclabile viene chiamata erroneamente ciclovia ma di fatto l’opera che verrà realizzata è un’altra cosa. Sarà un percorso misto, come quello esistente fra Riva e Torbole e fra Navene e Malcesine, che verrà utilizzato da biciclette, pedoni, carrozzine. Non la si può considerare una vera alternativa alla strada per chi desidera fare il giro del lago».