In Alto Adige le ex maestre ucraine tornano in cattedra per piccoli rifugiati
In provincia lavorano come badanti ma la sovrintendenza scolastica le vuole coinvolgere in un progetto di accoglienza scolastica
BOLZANO. Insegnanti ucraine venute in Alto Adige per lavorare come badanti torneranno in cattedra per assicurare un insegnamento in madrelingua ai bambini che fuggono dalla guerra: è il progetto a cui sta lavorando l'Intendenza per le scuole in lingua tedesca dell'Alto Adige. Lo riferisce la sovrintendente scolastica , Sigrun Falkensteiner.
Finora, secondo i dati disponibili, sono circa 400 i rifugiati arrivati dall'Ucraina in Alto Adige dopo l'inizio dell'invasione russa. Fra loro, soprattutto donne e molti bambini e ragazzi. Proprio questi ultimi avranno bisogno non solo di un tetto, ma anche di proseguire, per quanto possibile, l'attività scolastica interrotta drammaticamente da un giorno all'altro.
"Prevediamo due binari per l'accoglienza dei profughi - spiega l'intendente scolastica - uno sarà quello dell'inserimento nelle classi, l'altro passerà attraverso la creazione di classi d'accoglienza per questi bambini. Li raccoglieremo in gruppi e cercheremo di offrire loro un insegnamento nella loro madre lingua, oltre che in tedesco ed in italiano".
Per il reperimento dei docenti e delle docenti di madrelingua, le autorità scolastiche altoatesine fanno affidamento su insegnanti eventualmente presenti tra gli stessi rifugiati, ma soprattutto sulle numerose ucraine che lavorano da anni in provincia di Bolzano, in particolare come badanti e che, prima di abbandonare il loro Paese, erano insegnanti.
In provincia di Bolzano, secondo i dati dell'Astat, l'Istituto provinciale di statistica, vivono quasi 1.900 persone di cittadinanza ucraina, qui immigrate per lavoro. La stragrande maggioranza, quasi 1.500, sono donne.
"Le sfide non finiscono ed anche in questa situazione sentiamo una grande solidarietà tra tutta la popolazione - sottolinea Falkensteiner - Adesso arrivano anche offerte di collaborazione da parte di persone che lavorano in Alto Adige, ad esempio come badanti, che, però, erano insegnanti in Ucraina e ora potrebbero riprendere il loro lavoro di un tempo. L'intenzione, quindi, è quella di organizzare l'insegnamento anche in lingua ucraina con delle persone che sono arrivate qui come profughi o con persone che già lavorano nella nostra provincia".