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Bilancio, Fugatti: «Le risorse provinciali non bastano più per gli investimenti necessari al Trentino»

In consiglio il via ai lavori sulla manovra di assestamento. Il governatore indica le sfide: spopolamento, casa, collegamenti



TRENTO. Si è aperta questa mattina (24 luglio) con l'intervento del presidente Maurizio Fugatti la settimana dei lavori del Consiglio provinciale dedicata alla manovra di assestamento di bilancio della Provincia di Trento, che la Giunta ha approvato a fine giugno con il disegno di legge in materia.

Fugatti ha ripercorso i punti salienti di questi cinque anni di legislatura, e tracciato le linee per il futuro, con una serie di interventi che guardano all'infrastrutturazione del territorio, viabilistica e non solo, alla ricerca, all'innovazione e alla produttività, alle Olimpiadi 2026 ma anche alle famiglie e al tema della natalità, obiettivi sui quali la finanza provinciale investe 457,9 milioni sul triennio 2023-2025.

Tanti poi i temi di stringente attualità toccati dal presidente, a partire dagli effetti della guerra, con tutte le misure necessarie per contrastare le emergenze, senza dimenticare la Tempesta Vaia, la pandemia, la tragedia della Marmolada. "La nave ha continuato a navigare nonostante difficoltà che talvolta ci sono sembrate insuperabili, tanto erano grandi e complesse. Tuttavia, nonostante difficoltà e contingenze, siamo riusciti a non dimenticare ciò che ci caratterizza e ci unisce: il nostro abitare una terra autonoma. Siamo rimasti orgogliosamente consapevoli che la qualità della vita sul nostro territorio e la capacità di governarlo essendone protagonisti deriva in massima parte dall'autonomia che lo Statuto ci garantisce. Autonomia, questa, che va vissuta, esercitata e che deve essere oggetto di costante evoluzione, nell'ambito di un sistema sempre più complesso, in cui anche un territorio piccolo deve continuare a contare", ha detto Fugatti nella sua relazione. 

Spopolamento della montagna, emergenza casa, sistema di connessioni tra centro e periferia, politica delle alleanze “a geometria variabile” con territori affini per cultura, vocazioni, interessi (perché no?), uscendo dallo stereotipo esclusivista dell’asse Nord-Sud: queste le sfide indicate dal governatore.

«Tutto questo non lo può affrontare un Trentino rinchiuso su se stesso, che presume con un certo grado di autoreferenzialità come è spesso stato in passato, di saper fare sempre da solo e meglio degli altri perché è autonomo», ha detto Fugatti, «creando inevitabilmente con questo atteggiamento sentimenti di insofferenza se non di fastidio da parte di chi fuori dal nostro contesto prova a relazionarsi con la nostra realtà». 

«Per anni si è pensato, sbagliando, che le risorse per finanziare le competenze dell’autonomia sarebbero state sempre e comunque sufficienti e indefinite attingendo continuamente dal bilancio provinciale. Con gli accordi fatti in passato, e lo dico senza accenni critici, e con la fine dei gettiti arretrati, avvenuti oltretutto in questa legislatura cioè in un momento in cui per tante cose il mondo è cambiato, la situazione non è più questa. Le risorse del bilancio provinciale sono oggi certamente sufficienti per finanziare le competenze dell’autonomia, ma non lo sono più per fare importanti investimenti di cui il Trentino ha continuamente bisogno per essere al passo con la modernità e l'efficienza. Per questo siamo fortemente ricorsi al debito in questa legislatura, anche su mandato bipartisan del Consiglio provinciale. E per questo crediamo che le risorse esterne siano importanti. Gli investimenti futuri, a bilancio invariato, li potremo garantire quanto più la ricchezza del Trentino crescerà negli anni a venire».













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