AstraZeneca, vietato il vaccino su tutto il territorio nazionale: cosa succede ora in Trentino
L'Agenzia italiana del farmaco Aifa ha deciso di estendere il divieto in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell'Ema. Verifiche dei Nas anche a Trento
TRENTO. L'Agenzia italiana del farmaco Aifa ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell'EMA, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale. Tale decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei, dopo che Norvegia c'è stata una seconda morte sospetta.
I carabinieri del Nas, su disposizione della Procura di Biella, stanno sequestrando le dosi del lotto ABV5811 AstraZeneca che l'Unità di crisi della Regione Piemonte ha sospeso ieri dopo la morte di Sandro Tognatti, il professore di clarinetto morto nella sua abitazione di Cossato poche ore dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Anche in Trentino i carabinieri del Nas hanno avviato delle verifiche.
La procura di Biella ha aperto una inchiesta sul decesso.
Le attività di sequestro dei Carabinieri NAS sono in corso di svolgimento presso tutti gli HUB di distribuzione e i centri di vaccinazione dove sono state consegnate complessivamente 393.600 dosi relative al lotto di vaccino Covid-19 ABV5811 di AstraZeneca, già bloccato in Piemonte. Lo rendono noto i Carabinieri Nas. Il sequestro è al fine di "porre a vincolo i quantitativi non ancora somministrati e presenti in giacenza”.
"Il Nas, sui disposizione della procura di Biella, ha sequestrato stamane in Veneto un ulteriore lotto, l'ABV5811 di vaccino Astrazeneca, come sta avvenendo in altre regioni italiane". Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia. "E' un altro duro colpo - ha aggiunto - al sistema delle vaccinazioni. Non si sa se il vaccino di Astrazeneca sia concausa o causa della morte, ma bisogna chiarirlo velocemente".
Il sequestro in Veneto del lotto ha riguardato 20.348 dosi su un totale di 41.300. "Le restanti 20.952 - ha concluso Zaia - erano già state somministrate e non è emersa alcuna evidenza, se non febbricola o stato di spossatezza".