«Materne, sezioni salvate dai bimbi non vaccinati» 

Liste bloccate, la replica di Patrizia Filippi, dell’associazione Vaccinare Informati «In molti paesi hanno chiesto di iscrivere i bambini solo per non chiudere le classi»



ALTO GARDA. «Liste d’attesa bloccate dai bambini non vaccinati? Questa è solo mezza verità: in molte zone del Trentino hanno supplicato i genitori dei bimbi non vaccinati di iscriverli alle scuole materne per scongiurare la chiusura di alcune sezioni». Così Patrizia Filippi, a nome dell’associazione Vaccinare Informati, commenta la notizia pubblicata ieri dal Trentino sulla questione delle liste d’attesa nelle scuole materne dell’Alto Garda.

Come abbiamo scritto ieri, in alcune scuole materne della Busa le liste d’attesa per l’ingresso dei bambini sono bloccate dai posti di fatto «congelati» per i bimbi non in regola con le vaccinazioni: pur non potendo entrare nelle scuole, questi bambini rientrano comunque nel conteggio, togliendo di fatto la possibilità di usufruire del servizio ad altre famiglie. Cosa che ha provocato la protesta di una coppia rivana. La situazione, va detto, è esplicitamente prevista dalla legge: solamente dall’anno 2019/2020 non sarà più possibile tenere “bloccati” i posti per i bambini non in regola con le vaccinazioni.

Patrizia Filippi, tuttavia, ritiene che in questa vicenda ci sia una parte di verità non raccontata: «Ad inizio anno - spiega - abbiamo invitato i genitori dei bambini non vaccinati a non iscrivere i figli a scuola, per poter così creare un movimento di solidarietà tra i genitori, le scuole e gli amministratori. È però successo in molti casi (vedi in val di Gresta) che i genitori dei bimbi non vaccinati abbiano ricevuto telefonate di supplica per iscrivere i figli nelle scuole materne (pur sapendo che non avrebbero potuto frequentarle) così da scongiurare la chiusura di alcune sezioni. Insomma, quando fa comodo ci chiedono di iscrivere i nostri figli, se poi lo facciamo, come è successo a Riva del Garda - prosegue Patrizia Filippi -veniamo accusati di essere egoisti».

«Perché - continua l’arringa la rappresentante di Vaccinare Informati - non si parla dei 2.500 bambini che in Trentino non possono frequentare gli asili nido e le scuole materne? Perché non si parla delle madri che per stare con i loro figli si sono dovute licenziare? Perché non si parla dei bambini esclusi dai buoni di servizio? Ormai ci troviamo di fronte ad una forma di razzismo e di apartheid, in Trentino ci sono bambini di serie A e - conclude - bambini di serie B». (g.f.p.)

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