Vasaloppet, al traguardo anche un papà con due figlie di Brentonico
Impresa "di famiglia" per Moreno Togni con Anna e Chiara. Il racconto di Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino: «Per 8 ore e 20 minuti in mezzo al tifo e ai boschi innevati»
LA FOTOGALLERIA Novanta chilometri di fatica immersi nel tifo e nella neve
TRENTO. Di rientro a Trento dal profondo Nord della Svezia, dove ieri si è svolta la più famosa e conosciuta delle granfondo a livello mondiale, la mitica Vasaloppet, Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, alla seconda partecipazione, oltre ad inviare le foto che narrano quello che è stato possibile raccogliere lungo i 90 chilometri di fatica, ha raccontato anche alcune delle sue impressioni.
“Eravamo in circa 14.000 - racconta Ferrandi, che nella trasferta era assistito tecnicamente e psicologicamente dal figlio Davide – ma solo per quanto riguarda la gara di ieri, perché competizioni di varie lunghezze e format si svolgono nel corso di tutta la settimana precedente”. Poi prosegue: “Quest’anno ho impiegato 8h20’14’, migliorando, se così si può dire, di 40 minuti il tempo impiegato nella scorsa edizione, piazzandomi circa a metà classifica generale. I miei sci erano stati preparati perfettamente dai miei compagni di viaggio del Gs Brentonico”. “A proposito - continua – le foto dell’arrivo dove si vedono un papà e due figlie si riferiscono a Moreno Togni, con Anna e Chiara, proprio di quel Gruppo Sportivo”.
La Vasaloppet parla trentino: in gara un papà con due figlie di Brentonico e Giuseppe Ferrandi
Nella grande classica del nord festeggiano al traguardo dopo 90 chilometri Moreno Togni con Anna e Chiara. Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, ha chiuso in 8 ore e 20', migliorando di 40 minuti il tempo impiegato nella scorsa edizione, piazzandosi circa a metà classifica
Poi riprende: “La partenza è stata molto emozionante, perché data in contemporanea alle ore 8 di ieri, domenica 2 marzo e non a scaglioni. Si effettua un lancio di 1 chilometro, a seguire due chilometri a passo di lumaca per effettuare la salita che porta al punto più alto dei 90 chilometri di gara. Poi, fino al traguardo di Mora, sono solo boschi, laghi, torbiere e soprattutto tanto tifo. Questo ti dà la misura di quanto lo sci nordico sia popolare nei Paesi scandinavi. Tra le notazioni doverose, mitico il posto di ristoro realizzato dagli Alpini di Bergamo che offrivano caffè e cioccolato. Quindi molto tradizionale ma altrettanto insidioso, il succo di mirtillo caldo”. Ora a casa a riposare un po’ in attesa di altre gare questa volta di corsa e su strada.