All’ex Quisisana la prima «Città del Sole»
Presentato il progetto per creare ad Arco un campus in grado di ospitare dai 140 ai 180 pensionati
ARCO. «Nel 2050 il 17% della popolazione italiana avrà più di 80 anni e il 40% sarà over 60: affrontare oggi l’invecchiamento futuro della nostra società significa anticipare i problemi prima che sia tardi. Ecco perché abbiamo iniziato a pensare alle “Città del Sole”. Arco vuole essere il nostro progetto pilota». Ieri sera, poco prima di entrare in aula a presentare, assieme al vicesindaco Stefano Bresciani, l’innovativo progetto di ricerca che potrebbe riguardare l’ex Quisisana, il professor Roberto Poli, scienziato sociale e docente universitario, ha illustrato alla stampa i fondamenti dell’iniziativa che mira a creare ad Arco la prima di una serie di “Città del Sole”, una sorta di campus per pensionati con buone disponibilità economiche provenienti soprattutto dal nord d’Europa e in particolare, almeno inizialmente, dalla Germania. Il professor Poli, ieri, era accompagnato dai suoi collaboratori che lo stanno aiutando in questo processo di studio e di ricerca che vede protagonista un consorzio guidato dalla start-up universitaria “Skopìa” e da alcune aziende del territorio (Sad, Cba e Alpenproject) e che si avvale del lavoro del collettivo di architetti di Trento Campomarzio quale partner tecnico. «Questo è un progetto che guarda lontano – ha spiegato il vicesindaco Stefano Bresciani, che per conto dell’amministrazione arcense segue, da circa due anni, le fasi della ricerca – tant’è che come Comune lo abbiamo condiviso in toto quando si è cominciato a parlare del recupero o riutilizzo di volumi esistenti. È un processo lungo ma cercheremo di agevolarlo per quanto nelle nostre facoltà».
Oltre all’ex Quisisana, che è di proprietà comunale e che verrebbe concesso in comodato per un determinato numero di anni, in ballo, per ospitare la prima “Città del Sole”, ci sono anche i due vecchi padiglioni ospedalieri della Provincia. «Non vogliamo creare dei ghetti ma delle realtà integrate nella città e in stretta connessione con la comunità – ha sottolineato il professor Poli – favorendo un interscambio continuo e mettendo anche a disposizione gli spazi di aggregazione. Per questo la riqualificazione di vecchi edifici, posizionati nel cuore della città, è preferibile rispetto alle nuove edificazioni, anche se i costi sono più alti. Non saranno delle Rsa e neppure dei villaggi turistici. In Italia è la prima iniziativa di questo tenore».
Per la progettazione tecnica è ancora presto (se ne riparla fra 8-10 mesi) ma si punta a realizzare appartamenti in grado di ospitare dai 140 ai 180 nuovi residenti, tutti pensionati autosufficienti. Fra le ricadute sul territorio anche la creazione di una scuola di formazione per personale da impiegare nelle “Città del Sole”. (gl.m.)