A Livorno apre il Museo Mediceo con quadri, monete e documenti



(ANSA) - LIVORNO, 20 MAR - Apre a Livorno il nuovo Museo Mediceo, al primo piano dei Granai di Villa Mimbelli: una collezione di quadri, disegni, incisioni, medaglie, monete, oggetti, documenti cartacei, tutti inerenti alla famiglia Medici e al suo profondo rapporto con la città di Livorno. Il taglio del nastro è in programma domani 21 marzo alla presenza del presidente della Regione Eugenio Giani, del sindaco Luca Salvetti, dell'assessora alla cultura Angela Rafanelli.
    La collezione, si spiega in una nota, è stata disposta attraverso una suddivisione dell'allestimento in focus tematici.
    La prima parte del percorso è incentrata prevalentemente sul momento della fondazione della città, sul rapporto Medici-Livorno; segue la sezione dedicata ad approfondire la storia della dinastia, quindi una parte di approfondimento sui Cavalieri di Santo Stefano. Presente anche una sezione riservata ai numerosi ritratti della famiglia Medici, e ancora un'altra dedicata ai matrimoni e alle donne di casa Medici, donne di grande personalità e molto amanti delle arti. Saranno esposti oggetti curiosi, cimeli particolari che ci raccontano la vita quotidiana al tempo dei Medici.
    In mostra anche lettere di tutti i granduchi, le granduchesse, tutti i figli della corte, anche una copia del precedente patto di famiglia stilato da Giangastone con l'Infante di Spagna, che riporta tutti gli articoli che Anna Maria Luisa de' Medici fece proprio nel patto di famiglia con i Lorena. La collezione appartiene al dottor Nicola Molea ed è approdata a Livorno grazie all'acquisizione in comodato d'uso da parte del Comune. "Il fatto che ciò avvenga a Livorno - spiega Molea - è ancora più importante perché prima Cosimo, poi Francesco, poi Ferdinando I questa città l'hanno voluta e creata come sbocco al mare, nella visione di una città che fu chiamata Eliopoli, che diventò il campo di addestramento dei Cavalieri di Santo Stefano, una città che per la visione dell'epoca era multirazziale, era aperta a tutti, anche alle minoranze e questo contraddistinse Livorno da Firenze e Pisa". (ANSA).
   









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