ROMA. Niente più Champions, è chiaro, ma forse addirittura già da questa stagione. L'adesione alla Superleague potrebbe tradursi in una punizione immediata per i tre club «dissidenti» ancora in corsa: Real Madrid, Chelsea e Manchester City. Lo ipotizza il n.1 della federcalcio della Danimarca, Jesper Moller, membro del comitato esecutivo Uefa, secondo il quale la decisione potrebbe essere presa venerdì in una riunione straordinaria del comitato esecutivo. Sarebbe un colpo duro, un monito a tutti i 12 (o 15) fondatori a non ignorare le possibili sanzioni annunciate, che vanno fino alla sparizione totale dei club dissidenti dal panorama calcistico nazionale e continentale, con conseguenze anche per i giocatori.
È la minaccia che l'Uefa, insieme con Fifa, leghe e federazioni, ha sbandierato ancor prima che la mossa delle 12 società fosse formalizzata e che resta sul tavolo. Ma i fronti sono tanti, da quello economico, a quello giudiziario. Richieste di risarcimento a parte (si parla di cifre per decine di miliardi), quel che più rischia di colpire gli spettatori di questa disputa, cioé i tifosi, è l'esclusione dei club soci da ogni competizione, oltre al divieto per i loro giocatori di rispondere alle convocazioni delle nazionali.
Una posizione di intransigenza che potrebbe essere portata avanti dall'Uefa e dalle varie federazioni e leghe, che come organizzazioni private possono agire intervenendo sulla propria legislazione interna. Così è stato fatto, ad esempio, per il Fair play finanziario, che ha stabilito all'improvviso nuove regole per la gestione delle società di calcio per favorire un maggior equilibrio.
Il fronte sportivo però potrebbe trovare appoggio in quello politico, perché in molte capitali europee, da Londra a Parigi, le acque si stanno agitando. La Francia, che pure non ha al momento club coinvolti nel progetto, è pronta a ricorrere al diritto europeo per aiutare l'Uefa a sanzionare i dissidenti. L'iniziativa francese potrebbe prendere la forma di una «direttiva europea» che prevede «l'eccezione sportiva» così da consentire sanzioni sportive. Non solo. A Londra, il ministro con delega per lo sport, Oliver Dowden, promette «ogni azione legale», non escludendo anche di ricorrere alla «legge sulla concorrenza».
La Gran Bretagna è fuori all'Europa, ma sull'argomento viaggia secondo i vecchi schemi pur di colpire Manchester City, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Tottenham e Liverpool. Il ministro ha annunciato un’inchiesta destinata a rivedere le norme che regolano il calcio e le forme di sostegno garantite ai club nel Paese.
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