«La scuola dell’infanzia non è conciliazione»: aperto il disegno di legge d’iniziativa popolare
Le proponenti hanno illustrato in commissione il ddl sottoscritto da 5865 firme. Dura replica dell’ex assessore Bisesti: «Le cose cambiano e la scuola si deve evolvere»
TRENTO. «La nostra non è un asilo o una materna, ma una scuola per l'infanzia, interprete di un'evoluzione partita nel 1991, che interpreta la scuola, fondata non sull'assistenzialismo, ma come luogo educativo dove il bambino è seguito per lo sviluppo delle sue competenze educative e sociali I bisogni delle famiglie di collocare i figli per esigenze lavorative non possono essere assolti dalla scuola». Così le due proponenti Michela Lupi e Giorgia Sannicolò hanno illustrato ieri (12 novembre) alla quinta commissione del Consiglio provinciale di Trento il disegno di legge d'iniziativa popolare di modifica dell'articolo 5 della legge provinciale sulle scuole dell'infanzia 1977, sottoscritto da 5.865 firme.
Le proponenti hanno parlato di un testo volto a "restituire dignità alla scuola per l'infanzia" e di una politica con "scarsa visione globale che ha portato a modifiche (l'apertura a luglio, ndr) rispondenti più ad esigenze personali che pedagogiche ed educativo-didattiche, scelte poco rispettose delle famiglie e degli insegnanti e piuttosto improntate al consenso elettorale".
L’ex assessore all’istruzione Mirko Bisesti (Lega) ha respinto convintamente le accuse di aver introdotto le modifiche per fini elettorali. “Al contrario, con questa iniziativa il Trentino aiuta le famiglie e i bambini, nel complesso un sistema che non si potrebbe garantire con il solo privato sociale. Ci sono stati degli impegni economici da parte della Provincia, in particolare con riferimento al tema delle ferie, ma oggi, nell’attuale situazione, essere a misura di famiglia significa offrire un servizio che evolve al passo con i tempi. Le cose cambiano e i servizi e la scuola si devono evolvere di conseguenza. Non abbiamo smantellato nulla, non è stato fatto alcun attentato alla democrazia ed alle istituzioni”.