La carovana dei ghiacciai in Trentino contro il cambiamento climatico
Arriva oggi sul ghiacciaio del Mandrone, nel cuore del Parco naturale dell’Adamello-Brenta. Legambiente: “Invertire la rotta: più aree protette al 2030 e valorizzazione delle risorse naturali” Foto Legambiente
TRENTO. Montagna, ghiacciai e servizi ecosistemici sono sempre più minacciati dalla crisi climatica che accelera la sua corsa. Per far fronte a ciò e per invertire la rotta, è fondamentale, in primis, creare nuove aree protette al 2030 come chiede l’Europa, e al tempo stesso puntare sulla ricostituzione e valorizzazione delle risorse naturali.
È quanto torna a chiedere in sintesi Legambiente che, in occasione della quarta tappa di Carovana dei ghiacciai 2023 in Trentino-Alto- Adige, domani lancerà il suo appello con un flash mob dalle pendici del ghiacciaio Mandrone, il più grande ghiacciaio italiano per estensione, situato nel cuore del Parco naturale dell’Adamello-Brenta. Un gigante bianco che, come molti altri ghiacciai alpini, sta soffrendo gli effetti della crisi climatica arretrando di anno in anno. A soffrire di conseguenza anche i servizi ecosistemici e il capitale naturale.
Per questo per Legambiente è fondamentale mettere in campo riforme strutturali così come previsto nella strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2030 con azioni come, ad esempio, la creazione di zone protette comprendenti almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell'UE, ampliando in tal modo la copertura delle zone Natura 2000 esistenti, ma anche la riqualificazione dei fiumi ponendo l’obiettivo di recuperare la continuità ecologica e il libero scorrimento delle acque lungo 25000 km di corsi d’acqua europei.
Di fronte a questo contesto, l’associazione ambientalista ricorda quanto nell’era dei cambiamenti climatici il riconoscimento dei servizi ecosistemici costituisca un presupposto indispensabile per la ricerca di un nuovo equilibrio con la natura e al contempo di una moderna economia basata sull’elevata qualità ambientale e declinata attraverso una giusta valorizzazione del capitale naturale e umano delle montagne.
«Quanto sta accadendo ci mostra, se ancora ce ne fosse bisogno - dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e responsabile della campagna Carovana dei ghiacciai - la necessità di prendere in considerazione aspetti fino ad oggi sottovalutati come il riconoscimento delle funzioni ecologiche fornite dagli ecosistemi che quando si ravvisa una domanda da parte dell’uomo, diventano Servizi Ecosistemici. Le condizioni del contesto attuale ci spingono a recuperare e dare un maggior valore ambientale e sociale ma anche economico a beni che prima sembravano invisibili».
«Il monitoraggio dei ghiacciai alpini con Carovana dei Ghiacciai oltre che permetterci di documentare la riduzione delle masse glaciali – aggiunge Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano - ci consente anche di valutarne gli effetti sul territorio in termini di perdita di Servizi Ecosistemici. La deglaciazione, infatti, condiziona il deflusso delle acque e il loro stoccaggio nei settori montuosi così come influisce sugli ecosistemi alpini nella loro globalità e sulla quantità e qualità delle risorse idriche che dalle montagne vengono utilizzate nelle zone di pianura. Già ora si osservano i primi effetti concreti sui Servizi Ecosistemici collegati: acqua potabile, raccolti, irrigazione, servizi igienico-sanitari, energia idroelettrica e risorse idriche per attività turistiche estive e invernali».
Legambiente sottolinea che il cambiamento climatico ci pone di fronte ad una mutazione così repentina e preoccupante dei fenomeni naturali tanto che è impossibile non considerare il fatto che i territori più dotati di Servizi Ecosistemici sono, generalmente, più resilienti, anche in presenza di eventi estremi. Per questo la transizione ecologica sarà reale solo se l’economia sarà capace di puntare su un’elevata qualità ecologica e sulla ricostituzione e valorizzazione delle risorse naturali.
Quella in Trentino-Alto Adige è l’ultima tappa di Carovana dei ghiacciai In Italia, poi partirà per la volta dell’Austria e della Svizzera per monitorare altri ghiacciai.