Agricoltura

Viticoltura, la nuova emergenza si chiama flavescenza dorata

Alla Fondazione Mach la Giornata tecnica della vite e del vino: partiranno a breve dei monitoraggi a tappeto



SAN MICHELE ALL’ADIGE. Molti e molto interessanti i temi trattati nella 14ma giornata della vite e del vino organizzata dalla Fondazione Mach, stamattina (14 dicembre) parte in presenza e parte in streaming. Dopo i saluti del direttore generale della Fem Mario Del Grosso Destreri, che ha ricordato l’importanza dell’appuntamento, l’assessora Giulia Zanotelli ha affermato come il tema dei giallumi della vite si di assoluto rilievo e l’estirpo delle viti infette deve essere prioritario in quanto i danni provocati preoccupano fortemente il modo produttivo. Ha quindi colto l’occasione per ricordare l’impegno della Provincia con il confronto di tutti i soggetti interessati nel portare avanti le nuove linee sulle quali si baserà la Pac per il periodo 2023 2027 avendo particolare attenzione all’agricoltura di montagna e di quella a favore dei giovani.

La mattinata è stata moderata dal dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico Claudio Ioriatti che in apertura dei lavoro ha ricordato l’importanza di questo confronto con i contributi anche dei colleghi dell’Ersa del Friuli e del Consorzio Vini del Trentino. È stata una mattinata molto proficua per il vasto lavoro preparatorio coordinato dal responsabile del settore Maurizio Bottura.

Il tema che ancora oggi preoccupa maggiormente i viticoltori è quello della flavescenza dorata che sta aumentando in Valsugana, In Vallagarina e nella Valle del Sarca mentre è in fase di contenimento a Trento nord.

Bottura ha ricordato che lo sviluppo di questo giallume delle viti preoccupa molto i viticoltori.  Dal canto suo il tecnico Fem Alberto Gelmetti ha ricordato l’importanza di contenere i vettori una cicalina, che diffonde la flavescenza dorata.

Nell’arco di pochi anni è arrivata a diffondersi in tutte le aree vitate del Trentino con particolare attacco ai vigneti biologici ed alle viti resistenti in particolare. Per questo l’obbligo dell’estirpo delle viti malate quando si supera il 50% è fondamentale per l riduzione della diffusione dello scafoideo titanus, il vettore principale.

Oltre ad altre cicaline presenti per abbassare la presenza del vettore. Con le prove in campo si stanno cercando gli insetticidi che siano in grado di abbattere la quantità di insetti. Fondamentale ha concluso Gelmetti è fare squadra fra tutti i soggetti interessati.

Stefano Rizzi ha portato i dati del monitoraggio su metà dei vigneti trentini nel quale sono state individuate oltre 57 mila viti sintomatiche.

In merito all’andamento fitosanitario della stagione hanno affermato Stefano Corradini e Maurizio Bottura: siamo usciti da un anno non particolarmente problematico, poi dal 5 agosto le condizioni meteo sono state ideali fino alla vendemmia che così ha potuto essere di qualità sia per le uve a bacca bianca che quelle a bacca rossa, a parte le zone grandinate.

Un tema sul fronte sanitario delle viti che sta preoccupando è l’arrivo del Black rot, (marciume nero), presente da oltre 30 anni nelle pianure friulane ed ora arrivato anche in Valsugana, dove è in espansione, bisogna tenere alta l’attenzione ha affermato Sandro Bressan, tecnico dell’Ersa Friuli Venezia Giulia, e ha spiegato come la diffusione sia dovuta all’eliminazione nei calendari di difesa della vite di talune molecole attive contro questa malattia.

Parlando della vendemmia di quest’anno Mario Malacarne e Luciano Groff, hanno riferito di una vendemmia eccellente dal punto di vista qualitativo con una ottima percentuale di zuccheri e di acidità che ad esempio per il Trento Doc è il massimo che si potesse aspettare ha affermato Groff, che ha chiosato: abbiamo fatto bingo. Anche per quanto riguarda il mercato le cose stanno andando molto bene con ottima soddisfazione per i produttori.

Una novità fra i temi trattati: le api e il vigneto, dalla contrapposizione alla sinergia. Dagli studi effettuati è emerso come il fiore della vite sia molto ricco di polline, anche se privo di nettare, e che pertanto l’ape svolge un ruolo importante anche nella fecondazione degli acini. Ne ha parlato uno dei più grandi esperti delle api Paolo Fontana del Ctt della Fem. C.B.













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