“Un porro in famiglia”: così Nosellari vuole salvare il suo “tesoro”
Donate a ogni famiglia le piante per garantire la diffusione dell’ortaggio. Che fu recuperato grazie ai semi conservati da una coppia “milanese” (nella foto la presidente della Pro Loco, Graziella Bernardini)
NOSELLARI. Dall’antica coltivazione del porro al contemporaneo “Un porro in famiglia” per arrivare ad avere una buona produzione autoctona del particolare porro di Nosellari. La storia dell’appetitoso, ma non molto diffuso ortaggio s’intreccia con quella della frazione di Folgaria. Nei secoli agli abitanti di Nosellari era stato dato un soprannome per nulla gradito che però rispecchiava la realtà della frazione: Nosellari, con la sua ottima esposizione al sole, godeva e gode del clima più mite di tutto l’altopiano era il primo paese dove iniziava la coltivazione degli orti e di conseguenza gli abitanti erano i primi a goderne i frutti. Caratteristiche che hanno portato Nosellari ad essere soprannominata “Palestina”.
Ma la storia del “porro di Nosellari” è decisamente curiosa: ce la racconta Stefano Marzari, dirigente della Pro Loco (presidente Graziella Bernardini): “Tradizioni antiche che sono andate in disuso ed i campi un tempo coltivati sono diventati incolti ed abbandonati. Basti pensare ai terrazzamenti della parte est della frazione che un tempo erano coltivati, ma che poi sono stati lasciati a se stessi. Per fortuna che una coppia di anziani originari di Nosellari, ma poi trasferitasi a Milano, aveva conservato i semi del nostro porro. Ce li hanno regalati e nell’arco di 5 anni siamo passati da 400 piantine alle attuali 5 mila. Abbiamo recuperato i campi abbandonati ed ora puntiamo ad una caratterizzazione di Nosellari col suo porro”.
Perché il vostro porro è particolare? “Non sappiamo da cosa dipenda, ma probabilmente l’origine è data dal terreno: si presenta con un bulbo grosso simile a quelli del cipollotto e con una modesta crescita della chioma floreale, in più ha un sapore delicato che lo fanno diventare un ottimo ingrediente per molti piatti tradizionali. Si tratta di una produzione recente, ma che ha già avuto dei riconoscimenti importanti. Il “Porro di Nosellari” è stato inserito da Slow Food nell’Arca del Gusto ed è stato protagonista della trasmissione di Rai Uno “Cuochi d’Italia” grazie al nostro impegno per salvaguardare antiche colture autoctone, destinate a scomparire”.
“Un porro in famiglia” invece cos’è? “E’ un’iniziativa che punta alla diffusione della coltivazione. Come Pro Loco di Nosellari, mettiamo a disposizione dei residenti dell’Oltresommo un certo numero di piantine (pensiamo da 10 a 15) che saranno pronte nella seconda metà di maggio: potranno coltivarlo e consumarlo come ortaggio personale. L’unico impegno che chiediamo è quello di mantenere in fiore almeno una pianta che, raccolta ad autunno inoltrato, diverrà la pianta madre fornendo le sementi per l’anno successivo. Un modo per garantire la conservazione del seme, garantendo sia l’autenticità del prodotto che le semine future”.
Chi fosse interessato, ma è indispensabile la residenza nell’Oltresommo a garanzia del prodotto autoctono, può rivolgersi al 347-8364751 oppure al 388-9547250. Per tutti l’appuntamento è per la “Giornata del porro di Nosellari” che sarà organizzata a ottobre.