l’analisi

Dal clima ai prezzi: tutte le sfide dell’agricoltura trentina nel 2025

L’anno si è aperto con molte problematiche irrisolte: il comparto è quello che più di ogni anno soffre delle conseguenze degli eccessi metereologici


Carlo Bridi


TRENTO. L’anno 2025 si è aperto con molte problematiche aperte per l’agricoltura trentina e per quella italiana più in generale. Uno dei più grossi problemi lasciati in eredità dal 2024, è stato senz’altro quello del cambiamento climatico con il conseguente impazzimento del clima. Come era evidente l’agricoltura è il comparto che più di ogni anno soffre delle conseguenze degli eccessi metereologici.

Nell’anno 2024, gli eventi estremi, dalla siccità al sud, alle alluvioni in Emiglia Romagna, per ben due volte, le gelate primaverili e l’eccesso di piogge, hanno provocato danni anche nelle regioni del Nord, Trentino in testa. Un dato valga per tutti a livello provinciale Melinda ha comunicato appena un paio di giorni fa che a causa del freddo e delle piogge della primavera 2024, a conti fatti la produzione mancante si attesta intorno al 15% e questo proprio nell’anno in cui a livello europeo, come comunica Assomela, la produzione ha avuto una significativa contrazione della produzione, con il risultato che il mercato a dicembre è stato particolarmente vivace, con un decumulo regolare molto significativo per il prodotto fresco che, in particolare per la mela Golden Delicious, ( che è la più importante particolarmente per le valli del Noce), ha visto un aumento delle vendite superiore al 21% rispetto all’anno precedente con prezzi decisamente in aumento.

Un aumento si è registrato anche nelle vendite delle mele Gala, superiore del 25% rispetto alla media nel mese di dicembre dell’anno precedente. Ne ha beneficiato anche l’export nei Paesi europei, che già a inizio stagione è partito in maniera molto fluida, al punto che secondo fonti ISMEA, il 70% delle mele italiane esportate, va nei paesi europei. A questa situazione euforica a livello europeo, fa da controaltare la situazione globale, che resta invece molto complessa dal punto di vista logistico per i noti problemi geopoltici, afferma ASSOMELA. Ma non ci sono sole le mele che anche per la scarsità di produzione, vanno bene, c’è il comparto vitivinicolo che è tutto in difficoltà.

Sembrava che lo scarso interesse per la domanda riguardasse il solo vino rosso, invece dai primi dati comunicati dall’ammiraglia del Trentodoc, la casa spumantistica Ferrari, anche il prodotto trainante del comparto, ossia le bollicine della Ferrari hanno subito una contrazione nelle vendite di un 3% netto. C’è da sperare che grazie alla riduzione della produzione europea che -a causa del clima avverso- ha visto una riduzione della produzione inferire del 10% rispetto alla media degli ultimi 5 anni la situazione vada a migliorare. L’unico paese in controtendenza l’Italia, che con un più 18% di ettolitri di vino si trova in vetta a livello europeo. Oltre alla contrazione dei prezzi del vino anche l’aumento dei costi ha contribuito ad erodere la marginalità.

C’è da sperare che la rottamazione di 30 mila ettari di vigneti che cominceranno ad avere effetti verso la fine del corrente anno, ridiano un po’ di fiato ad un comparto che per il Trentino, è il primo dopo la frutticoltura. Ma vi sono altri problemi lasciati in era livello provinciale: il consumo di suolo agricolo, che ha raggiunto cifre da preoccupare tutti coloro che hanno a cura la tenuta del settore primario come Coldiretti, che ha denunciato come in Trentino, secondo i dati ISPRA, ha visto la sottrazione di terreni agricoli pari a 382 ettari pro capite contro una media nazionale di 366 ettari.

In totale in Trentino, denuncia il presidente regionale di Coldiretti Gianluca Barbacovi, oggi siamo a 21 ettari persi. “Sono dati allarmanti perché una legge di 5 anni orsono avrebbe dovuto garantire uno stop al consumo dei suoli agricoli, ma la tendenza non si è affatto invertita.” In questo quadro diventa veramente difficile pensare di tutelare il reddito degli agricoltori, e particolarmente dei giovani che sempre più numerosi, negli ultimi anni hanno dimostrato di voler scommettere nel continuare l’azienda di famiglia, ma in molti casi come dimostriamo con le storie che settimana dopo settimana raccontiamo sul Trentino, partono da zero costituendo una nuova azienda agricola.













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