Vertice con Gnudi, diplomazie al lavoro

Rapporti finanziari con Roma: giovedì prossimo Dellai e Durnwalder dal ministro per le Regioni



TRENTO. Giovedì della prossima settimana Dellai e Durnwalder si ritroveranno a Roma al medesimo tavolo con il ministro per gli Affari regionali Piero Gnudi per avviare il tanto atteso confronto fra autonomie speciali e governo. E la partita è più che mai aperta. Le “diplomazie” delle due Province sono da giorni al lavoro per tentare di definire un possibile quadro delle future relazioni finanziarie con Roma, ma le premesse non sono rosee. Negli ultimi tre anni del resto Trento e Bolzano hanno già sborsato cifre impressionanti per contribuire al risanamento dei conti pubblici statali: a partire dal Patto di Milano, a seguito del quale peraltro non sono mai state approvate le relative norme di attuazione. Poi il Patto di stabilità, ultimo atto del governo Berlusconi lo scorso autunno, fino all’insediamento del governo tecnico di Monti e tre decreti uno dietro all’altro per far quadrare i conti pubblici, con il coinvolgimento - ancora una volta impegnativo - delle autonomie locali. Ma ora, concretamente, quali potranno essere le prospettive nelle relazioni fra le autonomie e il governo? L’impressione è che a Roma nessuno pensi nemmeno di prendere in considerazione la richiesta di nuove competenze e che, al contrario, si stia parlando eventualmente di far assumere alle autonomie i costi delle competenze statali sul territorio . E si starebbe parlando di qualcosa come una cifra compresa fra i 400 e i 450 milioni di euro all’anno. Di certo però questa volta non sembra così semplice da parte di Roma calare la nuova stangata senza mettere nulla sull’altro piatto della bilancia. Questa volta la “lista della spesa” con la quale di solito Dellai e soprattutto Durnwalder erano soliti scendere a Roma sarà composta da richieste procedurali e di rispetto delle regole anche se non mancheranno obiettivi come la cancellazione della riserva erariale che “gira” direttamente alle casse statali quote importanti di contributi locali oppure una maggiore libertà erariale locale anche per rendere almeno più equo l’inevitabile salasso dei cittadini.

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