Università, l’appello dei medici 

Sanità e formazione. Ioppi e Larcher al rettore Collini: «La partenza del nuovo corso di studi può essere l’occasione per puntare sulle cure primarie che dovrebbero essere inserite nei programmi di insegnamento». L’Ateneo: «Sarete tra gli interlocutori privilegiati»


Andrea Selva


Trento. «caro rettore, nel congratularci per l’avvio del percorso che porterà una nuova sede universitaria di medicina e chirurgia a trento ci rivolgiamo a lei per proporre la nostra disponibilità a collaborare». firmato mauro larcher, direttore della scuola di formazione di medicina generale, e marco ioppi, presidente dell’ordine dei medici. potrebbe sembrare un messaggio di rito ma non è così: la proposta infatti è quella di portare le cure primarie all’interno dei programmi di insegnamento del nuovo percorso di studi. partendo da due considerazioni: a trento c’è un ottimo punto di partenza in questo senso e soprattutto si tratta di un tema di grande attualità, perché la medicina del territorio già ora rappresenta una parte significativa delle attività di diagnosi e di cura che vengono offerte alla popolazione (e nonostante questo nella maggior parte delle sedi universitarie non trova posto nei programmi di insegnamento) ma diventerà un settore sempre più importante in seguito all’invecchiamento della popolazione e alla crescita dei bisogni di assistenza sanitaria.

La lettera è partita a fine gennaio e il rettore ha risposto pochi giorni dopo: «in queste settimane stiamo lavorando sugli aspetti tecnici della procedura ministeriale di accreditamento ancora in corso, ma consideriamo l’ordine dei medici e la scuola di formazione specifica di medicina generale di trento tra i principali interlocutori per la concretizzazione di un progetto nel quale crediamo molto. per questo contiamo fermamente sul vostro importante contributo e e vi contatteremo quanto prima per definire insieme le modalità della collaborazione».

Gli insegnamenti

La scuola provinciale di medicina generale - fondata nel 1994 - ha sede presso la Fondazione Bruno Kessler a Povo e rappresenta il percorso di formazione triennale per 35 medici (ogni anno) destinati ad occuparsi della medicina di base in convenzione con il sistema sanitario pubblico. Larcher e Ioppi hanno ricordato i programmi di insegnamento che i docenti della scuola di Trento già garantiscono nell’ambito di un programma di didattica condiviso con la facoltà di medicina e chirurgia di Verona: sanità digitale, cartella clinica informatizzata, de-prescrizione e riconciliazione terapeutica, errore prescrittivo e ricadute cliniche, la relazione come cura del paziente, paziente simulato, aspetti etici e deontologici, qualità in medicina. Con la convinzione - scrivono i due medici - che il nostro contributo possa aggiungere originalità e attrattività a una iniziativa che vuole proporsi a un ampio bacino di utenza.

I punti di forza

I punti di forza che la scuola di formazione di Trento può vantare sono la collaborazione (già attiva) con Verona, ma anche la collaborazione con la fondazione Fbk dove - tra il resto - sono in corso progetti di ricerca sul fronte della sanità digitale. Non solo: «La nostra attività - spiega il direttore Larcher - è stata al centro di convegni nazionali, anche per questo riteniamo di avere le carte in regola per partecipare con un ruolo importante al progetto accademico che partirà a Trento».

Le prospettive occupazionali

Di sicuro c’è una cosa: per gli allievi della scuola (e più in generale per i nuovi medici specializzati) il futuro è garantito. Sul fronte della medicina di base attualmente l’Azienda sanitaria sta procedendo alla copertura di 22 “zone carenti” sul territorio provinciali, ma nel caso di 8 zone (tutte in aree periferiche del Trentino) non ci sono disponibilità da parte dei medici. Non solo: la categoria dei medici di base è quella con l’età media più elevata in provincia di Trento, con circa un centinaio di medici (su 330 che lavorano in convenzione con l’Azienda sanitaria) che hanno già maturato i requisiti per la pensione o che comunque vi sono prossimi.













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