Sindaci «ribelli», si tratta Oggi confronto con Dellai
Incontro al Consorzio dei Comuni dopo la protesta di Ravina. Simoni: «Visioni diverse, ma lavoriamo insieme». Kaswalder: «Con i costi standard si risparmia»
TRENTO. Sindaci, Provincia e consiglio delle autonomie faccia a faccia oggi sul tema caldo delle gestioni associate. Marino Simoni ha convocato per le 16 una seduta plenaria del consorzio dei Comuni con Dellai e l’assessore Gilmozzi, dopo che sabato scorso a Ravina la fronda dei sindaci contrari alle gestioni associate ha fatto sentire il proprio peso. Erano 85 in sala tra sindaci e amministratori a chiedere più autonomia (fissando dei costi standard) per raggiungere i risparmi di spesa prefissati: 40 milioni di euro in 5 anni.
Dalla riunione della giunta delle autonomie ieri mattina sono arrivati segnali di apertura: obiettivo dichiarato riaprire il dialogo con i sindaci che con il raduno a Ravina hanno scelto l’Aventino, individuare possibili convergenze tra le gestioni (come sono prospettate nel Protocollo di finanza locale e che dovranno partire entro luglio 2013) e il documento di proposte dei contestatori. La riunione di ieri è servita dunque per preparare il terreno e porre le basi affiché l’incontro di oggi si riveli produttivo e non uno scontro.
A Ravina il presidente del consiglio delle autonomie era finito sotto accusa e anche ieri non è stato morbido il confronto tra Simoni e il sindaco di Vigolo Vattaro Walter Kaswalder, uno dei leader della fronda dei sindaci. Simoni ha ribadito di non aver voluto offendere nessuno dicendo «io nelle sedi della Pro Loco ci vado per fare le castagnate», e ha rivendicato che i confronti vanno fatti nelle sedi istituzionali. Kaswalder, dal canto suo, ha replicato che l’incontro era stato chiesto dal 29 ottobre senza successo. Nel ruolo di pompieri i sindaci di Trento e Dro, Andreatta e Fravezzi.
La protesta di Ravina ha evidentemente smosso le acque. E il confronto oggi ci sarà. Con quale esito dipenderà da come le aperture di ieri si tradurranno in emendamenti alla Finanziaria: già annunciati il salvataggio delle gestioni associate delle entrate già avviate e il blocco delle procedure di assunzione dei segretari nei Comuni fino a 2 mila abitanti. La linea dell’assessore provinciale Mauro Gilmozzi è di evitare che salti il sistema solidale tra Comuni, creando una forbice tra Comuni di serie A, quelli medio-grandi in grado di rispettare i costi standard, e Comuni di serie B, i più piccoli che resterebbero fuori incapaci di garantire i servizi.
Simoni invita a «lavorare assieme senza contrapposizioni e senza delegittimare il Consiglio delle autonomie che rappresenta i Comuni». «Ci sono visioni diverse - spiega - ma va riconosciuto da parte di tutti che il percorso fatto è stato corretto e trasparente. L’impianto della riforma non l’ha deciso il consiglio e non possiamo mettere in discussione continuamente le Comunità di valle. Abbiamo un obiettivo che è di tutti, risparmiare 40 milioni in 5 anni, e i conti devono tornare». «Mi chiedo - continua Simoni - perché le tanto decantate Unioni di Comuni nessuno fin qui le abbia fatte, se non in casi sporadici. Già oggi, se volessero, i consigli comunali possono deliberare di trasformare la Comunità in Unione».
Kaswalder parla di «clima costruttivo», « con un po’ di buona volontà penso che si possa arrivare a un’intesa. Adottando i costi standard sarebbe più semplice, si potrebbero fare convenzioni tra Comuni limitrofi, migliorando il servizio e mantenendo il front office senza ricorrere alla Comunità di valle. Io non voglio fare la guerra alle Comunità, dico che possiamo fare da soli con il buon senso. Siamo amministratori responsabili, qualcuno deve spiegarmi perchè il mio Comune dovrebbe pagare 25 mila euro in più per la convenzione obbligatoria con 4 Comuni prevista dalla gestione associata».
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