SANITà

Santa Chiara, l’ospedale è al capolinea

Il rapporto della Provincia: obsoleto, inadeguato e inaccessibile. Nonostante i 138 milioni di euro spesi negli ultimi 10 anni


di Andrea Selva


TRENTO. «Obsoleto, progettato secondo una concezione di sanità ormai superata che non consente l’introduzione delle nuove tecnologie». Ecco l’ospedale Santa Chiara di Trento. E ancora: «Inadeguato rispetto alle nuove normative e per di più inaccessibile, in una zona dove ci sono gravi problemi di parcheggio e non c’è possibilità di alloggio per i parenti dei pazienti». E se lo dice la Provincia autonoma di Trento - confermando gli allarmi di medici, operatori sanitari e pazienti - significa che la situazione è davvero grave. Tanto più che il Santa Chiara sarà la struttura sanitaria di riferimento per i trentini per chissà quanti anni ancora.

Queste valutazioni sono contenute nel rapporto preliminare prodotto dal gruppo di lavoro che - nel 2011 - si doveva occupare del Nuovo ospedale del Trentino, necessario - si diceva - per dotare la provincia di una struttura sanitaria adeguata. Peccato che intanto, mentre si discuteva (e si discute ancora) del nuovo ospedale, in quello vecchio, malandato e inadeguato sono finiti - negli ultimi 10 anni - 138 milioni di euro (comprensivi anche dei lavori di Villa Igea pari a circa 6 milioni di euro).

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Senza comunque risolvere la situazione: «La struttura attuale - si legge nel documento - nonostante gli interventi di ampliamento e ristrutturazione degli anni passati, a causa dei profondi cambiamenti verificatisi in ambito scientifico, tecnologico, socioculturale e normativo non è più rispondente alle correnti necessità di tipo strutturale, logistico ed operativo». Con buona pace del direttore dell’ospedale Mario Grattarola che un anno fa dichiarava a questo giornale che il Santa Chiara può svolgere il suo servizio nonostante abbia cinquant’anni.

C’è voluto del “coraggio” da parte della giunta provinciale del governatore Ugo Rossi per varare l’anno scorso una riforma sanitaria che toglie servizi dalle periferie trentine per accentrare nell’ospedale Santa Chiara (quello inadeguato) le funzioni fondamentali. Passaggio in realtà obbligato, caldeggiato dai medici e dagli operatori della sanità, peccato che nel frattempo doveva arrivare il nuovo ospedale.

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In una delibera della Provincia del maggio 1999 firmata Silvano Grisenti (quando si trattava di “rappezzare” il S.Chiara) si disse che il “Nuovo ospedale regionale del Trentino” doveva arrivare entro il 2010, quindi la data è slittata al 2016, poi al 2018. E ora - a causa del bando lacunoso preparato dagli uffici provinciali (caduto di fronte ai giudici amministrativi) siamo ancora qui a discutere se il nuovo ospedale va fatto a Mattarello oppure nell’area di via al Desert dove - va detto - la Provincia ha già speso 4 milioni di euro per sistemare le aree destinate alla nuova struttura e al centro di protonterapia (già realizzato). E intanto nella Provincia autonoma ci teniamo l’ospedale declassato, costruito cinquant’anni fa.













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