Rivolta alle torri: «Itea, pago le bollette o mangio»
Inquilini sempre più in difficoltà. Oggi presidio davanti alla società, che ribatte: «Non ci competono decisioni politiche»
TRENTO. «Una volta abitare in un immobile popolare era dignitoso. Oggi invece devo scegliere se utilizzare la mia pensione per pagare le bollette o per mangiare. Per questo domani scenderò in strada a protestare».
Roberto Giovanazzi, ex operaio Michelin di 86 anni, ha vissuto alla Torre 2 di Madonna Bianca sin da quando l'edificio fu costruito, quasi 50 anni fa.
Stamattina alle 10.30, assieme a molti altri inquilini in situazioni precarie, porterà la sua storia al presidio con conferenza stampa annunciato da Asia-Usb, organo sindacale che riunisce inquilini ed abitanti degli alloggi popolari, di fronte alla sede di Itea.
«Quando costruirono le Torri l'affitto era dignitoso, guadagnavo 65mila lire di paga e ne versavo 12mila tra affitto, riscaldamento e spese» racconta Giovanazzi. Tra le mani stringe una lettera e un conguaglio dell'ultimo anno. Un debito di oltre 2000 euro di sole spese condominiali, riferito al periodo dalla seconda metà del 2021 alla prima metà del 2022. A far lievitare i costi sono soprattutto le voci di riscaldamento. «A questo vanno sommati ogni mese 400 euro di affitto e 220 di spese condominiali. A febbraio sono arrivate altre tre bollette per oltre 800 euro di spesa. Io e mia moglie prendiamo poco più di 1000 euro di pensione, e non riusciamo più a stare dietro a tutti questi costi. C'è anche chi si è rassegnato o per protesta ha smesso di pagare» racconta.
Nella lettera Giovanazzi lamenta anche lo stato dell'edificio in cui vive: «Ascensori non più a norma, infiltrazioni d'acqua, il controsoffitto dell'atrio danneggiato e mai riparato e il tetto imbarcato, oltre che contatori vecchi e illeggibili. Sarebbero tanti i lavori da fare» conclude.
L'occasione di un atteso e necessario efficientamento portata dal superbonus 110%, in seguito, aveva fatto sì che diverse torri si costituissero formalmente come condomini per poterne fare richiesta. Questo aveva comportato la nomina formale di alcuni amministratori privati.
«Gli aumenti sono diventati ingestibili proprio da quando la gestione è passata a loro - sostiene Daniel Agostini di Asia-Usb - Questi ultimi ci hanno indicato i rincari del costo dell'energia come causa degli aumenti di spesa: come sindacato, stiamo verificando tutti i bilanci degli ultimi mesi e qualora i conti risultassero corretti, allora la questione richiederà soluzioni politiche. Una delle nostre proposte, per impedire che il problema si allarghi anche ad altre famiglie e abitazioni Itea, è legare all'Icef, dunque alla capacità economica di ogni singola famiglia, anche l'importo da corrispondere per le utenze».
Difficile fornire una cifra sull'ammontare di tutti i debiti ancora inevasi, spiega Agostini, «ma penso si possa parlare tranquillamente di qualche decina di migliaia di euro».
La manifestazione di domani segue l'incontro già tenutosi il 2 marzo tra gli inquilini e il sindaco di Trento Franco Ianeselli, anche se i Comuni non hanno competenza diretta. «Il presidio di domani servirà anche a presentare la nostra proposta all’assessora Zanotelli, che incontreremo il 23 marzo» conclude Agostini.
Proprio ieri è arrivata tramite comunicato anche la risposta di Itea.
«Data la natura della questione definita dagli stessi come “politica” - si legge - si evidenzia che probabilmente l’indirizzo presso il quale verrà svolto il presidio risulta di fatto sbagliato. La Provincia solamente è deputata a prendere decisioni politiche e di indirizzo in materia di politiche provinciali per la casa, cui Itea si deve attenere. Non compete infatti alla società dare “soluzioni politiche”, in quanto Itea Spa è ente strumentale della Provincia e adempie agli indirizzi e direttive impartite dal Socio unico, la Provincia appunto, ed è tenuta a rispettare la normativa ed i regolamenti vigenti. La società Itea spa non ha quindi alcun potere decisorio in merito alle vertenze di cui Asia-Usb lamenta».
«Nessun problema a incontrare i referenti del sindacato - commenta la presidente Francesca Gerosa - sono abituata a confrontarmi con tutti. Ma data la natura della società che rappresento non credo che il presidio sotto Itea possa avere qualche efficacia, se non quella di strumentalizzare il tema delle politiche abitative. Se il sindacato ha buone proposte attinenti a ciò che realmente è nelle facoltà della società, li accoglierò a braccia aperte, altrimenti temo che perderanno solo tempo prezioso creando peraltro nei propri tesserati false aspettative».