«Ragazze, la violenza non è amore»
V-Day One Billion Rising. Nel giorno di San Valentino, la “speciale” lezione della Polizia al Liceo Rosmini: «Le donne devono vincere il senso di colpa nei confronti dei partner violenti». In Piazza Duomo un centinaio di persone al flash mob per dire stop a ogni forma di abuso
Trento. «Sulla rete, niente si cancella. Anche quando non ci saremo più si troveranno le tracce che abbiamo lasciato online. E questo include le foto erotiche consegnate agli "ex-fidanzati" che vogliono vendicarsi». L'ispettore della Polizia postale Mauro Berti si è rivolto così ieri alla platea del Liceo Rosmini composta quasi totalmente da studentesse, nell'incontro "Questo non è amore", con cui le forze dell'ordine hanno incontrato gli studenti per sensibilizzare sui fenomeni di violenza che dalla sfera virtuale producono effetti drammatici nella vita quotidiana. Berti ha messo in guardia dal fenomeno del "sexting", la condivisione di foto o video intimi sempre più diffusa tra i giovani. Una lezione “speciale”, caduta nel giorno di San Valentino e del V-Day One Billion Rising, celebrato nel pomeriggio con un flash mob antiviolenza in piazza Duomo a cui hanno partecipato un centinaio di persone.
L'ispettore della Polizia di Stato Eleonora Berlanda ha evidenziato i contenuti nella norma del "Codice rosso" che rafforza gli strumenti a disposizione delle donne vittime di violenza fisica, psicologica ed economica: «Il Codice rosso dà più tempo, fino a un anno, alle vittime per metabolizzare la violenza e per denunciare. Inoltre rafforza i controlli e le sanzioni in caso di comportamenti persecutori». Il vicequestore di Trento Tommaso Niglio ha sottolineato l'importanza di denunciare: «Le donne devono vincere il senso di colpa che spesso provano nei confronti del partner violento. Esistono case-rifugio in cui trovare riparo e la polizia "spinge" ad allontanarsi dall'autore delle violenze. Ma non possiamo obbligare e gli arresti non dipendono solo da noi, occorre il via libera del magistrato».
Foto e social
L’ispettore Berti ha raccomandato prudenza nella condivisione di foto e video sui social e in particolare su quello più in voga tra i giovani, Instagram: «Se su Facebook si "vendono" le proprie idee e preferenze, su Instagram la merce è la propria immagine. Pur di risultare popolari ci si espone a comportamenti a rischio: dal selfie di fronte al treno in corsa alle foto erotiche. Su internet non esiste l'elemento dissuasore dell'imbarazzo che verrebbe naturale nello spogliarsi di fronte a una folla». Berti ha colto l'occasione della ricorrenza di San Valentino per lanciare un monito: «Se mia moglie mi chiedesse una foto intima, le domanderei perché non si accontenta dell'originale. Queste foto sono trofei che possono essere esibiti di fronte ad altri. E a quel punto si perde il controllo sulla propria immagine».
«La violenza non è mai amore»
Il vicequestore Niglio ha definito i confini dell'amore: «Non è solo istinto, ma anche rispetto verso il partner. Vediamo spesso donne che proteggono chi abusa». L'ispettore Berlanda ha mostrato le radiografie delle ossa spezzate di donne vittime di violenza da parte dei partner: «Non è accettabile che questo sia chiamato amore. Come mostrano le vicende raccontate a Sanremo da Gessica Notaro, sfigurata con l'acido dall'ex fidanzato, e da Rula Jebreal, la cui madre si è suicidata dopo la violenza del patrigno, le violenze spesso vengono compiute da persone conosciute o addirittura da chi ha "le chiavi di casa"».